Successo di conservazione: l’antilope saiga non è più classificata come in pericolo critico di estinzione

Ottime notizie per l'antilope saiga. Lo status della specie distribuita nelle steppe euroasiatiche è stato rivisto dalla IUCN. Nella Lista Rossa l'ungulato non è più presente come "in pericolo critico di estinzione". Per le associazioni è un successo senza precedenti

Da specie in pericolo critico di estinzione a prossima alla minaccia. L’antilope saiga non è più sull’orlo del baratro e a confermarlo è l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) che nel mese di dicembre ha rivisto lo status del selvatico euroasiatico classificandola come “quasi minacciata“.

Grazie a strategie e sforzi di conservazione della durata di decenni, la popolazione di questo ungulato dal particolarissimo naso a proboscide si può dire ripristinata e risollevata da sorti nefaste.

L’animale, nome scientifico Saiga tatarica, è distribuito nelle steppe della Russia, Kazakistan e Mongolia, dove centri di ricerca e organizzazioni nazionali e internazionali si sono occupati incessantemente della sua salvaguardia accanto ai progetti dei singoli organi governativi. E si può dire che il risultato sia stato pressoché raggiunto.

Se nel 2005 si registravano sui 48.000 esemplari, oggi in Kazakistan di antipoli saiga ve ne sarebbero sui 2 milioni. Studiosi e ambientalisti parlano di un vero trionfo, un successo ottenuto grazie a un eccellente lavoro di squadra.

Si tratta di una pietra miliare significativa per la comunità di conservazione dell’antilope saiga e illustra come la conservazione può essere efficace se tutte le parti collaborano con una missione forte e risorse adeguate” ha commentato Vera Veronova dell’Associazione per la conservazione della biodiversità del Kazakistan (ACBK).

L’antilope saiga è una specie chiave per questi territori. Già in età preistorica vagava per le regioni fredde dell’Asia e per l’Europa. Da allora moltissime cose sono naturalmente cambiate e, tra alti e bassi, si è assistito purtroppo a un drammatico calo dei gruppi di questi carismatici animali.

Tra i principali responsabili del crollo delle popolazioni vi è il bracconaggio. Le antilopi saiga sono state cacciate a lungo e in maniera eccessiva per le loro corna, commerciate nei mercati di tutto il mondo. Oltre a ciò va menzionata la perdita di habitat.

Ma governi e ONG non si sono arresti e hanno portato avanti azioni mirate. Oggi si raccolgono i frutti. Se il 2023 è stato sicuramente un anno complesso per la biodiversità globale, per l’antilope saiga e i suoi difensori non poteva concludersi con una notizia così colma di speranza.

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Fonte: Flora&Fauna

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