Ricoperti di petrolio, 8 cigni sono stati soccorsi tempestivamente in Inghilterra

8 cigni sono stati salvati in Inghilterra e reintrodotti in natura. Il loro piumaggio era ricoperto di petrolio. Fortunatamente, veterinari e volontari sono intervenuti per tempo

Emergenza in un tratto di fiume nei pressi di Quayside Road, Southampton, Inghilterra, dove sono stati avvistati 8 cigni con le piume ricoperte da petrolio. Cittadini e volontari della zona hanno lanciato l’allarme, richiedendo l’intervento delle organizzazioni di protezione animale.

I team della Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (RSPCA), di Swan Support e del Maritime Volunteer Service hanno coordinato l’operazione, riuscendo a recuperare gli animali per tempo.

I cigni sono stati immediatamente trasferiti presso un centro per la fauna della RSPCA, dove veterinari e staff si sono accertati delle condizioni di salute degli animali e hanno provveduto alla rimozione del contaminante.

Se il petrolio non viene rimosso rapidamente dagli uccelli acquatici, riduce l’impermeabilizzazione naturale del loro piumaggio, esponendoli al rischio di morte per ipotermia” ha spiegato il veterinario David Couper.

Il petrolio altera anche le capacità di volo degli uccelli, rendendoli facili bersagli per i predatori. Non per ultimo, gli uccelli possono riportare irritazione della pelle e intossicazioni legati agli sversamenti di petrolio.

Gli 8 cigni di Southampton erano arrivati in ambulatorio debilitati. Secondo gli esperti, si erano sforzati molto per ripulire il loro piumaggio, non riuscendo di conseguenza a nutrirsi adeguatamente.

Freschi di trattamento, i veterinari hanno tenuto sotto osservazione i cigni fino a quando questi non si sono ripresi del tutto. Una volta fuori pericolo, il team della RSPCA ha liberato gli 8 esemplari in natura.

Nel frattempo, l’Agenzia per l’Ambiente è stata informata della situazione. La RSPCA ricorda a tutti gli abitanti di segnalare fonti di inquinamento e animali in difficoltà. Sono l’ecosistema e i suoi animali a pagarne il prezzo.

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Fonte: RSPCA

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