Ricci: al via uno dei più grandi progetti per salvare i piccoli mammiferi (ma non in Italia)

Un importante progetto punta a monitorare la popolazione di riccio europeo negli anni con l'aiuto della cittadinanza. Accade in Francia, dove da anni gli abitanti di tutto il Paese partecipano all'iniziativa e contribuiscono alla raccolta di dati

Minuscoli, deliziosi e in pericolo. I ricci sono selvatici tenerissimi esposti a una miriade di rischi nell’habitat antropizzato in cui vivono oggigiorno. Un ambizioso progetto vuole salvarli monitorando l’andamento della sua popolazione nel tempo.

Si chiama Mission Hérisson l’iniziativa lanciata già da tempo dalla Ligue de Protection des Oiseaux (LPO), partner di BirdLife International, in collaborazione con il Museo di Storia Naturale e l’Università della Sorbona.

L’obiettivo è studiare l’evoluzione pluriennale della popolazione del riccio europeo sul territorio francese, Corsica compresa.

Come funziona il progetto?

Per farlo, la comunità scientifica francese ha chiesto l’aiuto dei suoi cittadini. Gli abitanti possono partecipare al progetto acquistando un tunnel per impronte o costruendone uno seguendo le istruzioni fornite dalla LPO.

Il tunnel va posizionato in un’area naturale, come un bosco o in prossimità di una siepe, e al suo interno va lasciato del cibo per attirare i ricci. Il punto deve essere chiaramente sicuro per i ricci.

Ogni mattina, vanno raccolti i fogli di carta con eventuali impronte, fotografati e inviati ai ricercatori indicando la data del giorno. Anche se nessun animaletto è passato di lì, è importante segnalare l’assenza di impronte giorno per giorno. Il tracciamento va effettuato per 5 notti.

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Dopo 5 notti, bisogna sospendere l’esperimento per almeno 6 settimane per non abituare il riccio alla fonte di cibo e falsare i risultati della ricerca. Questo è anche il motivo per cui si raccomanda di lasciare il tunnel per impronte in natura e non nel proprio giardino, dove i visitatori potrebbero essere sempre gli stessi.

In meno di 3 mesi già 700 persone si sono iscritte al monitoraggio e sono state raccolte 3800 impronte digitali. Il progetto punta non solo a raccogliere dati aggiornati per la conservazione della specie e pianificare azioni di intervento, ma anche a sensibilizzare la cittadinanza.

I feedback sono molto positivi.

Sto partecipando a questo progetto con mio figlio Paul che ha 8 anni. Ne è molto orgoglioso e ha presentato la sua esperienza alla scuola! È importante parlarne, far capire le problematiche: penso che per Paul e la sua classe sia davvero istruttivo, c’è un aspetto molto educativo. In questo progetto l’aspetto ambientale è importante quanto la scoperta. Sono davvero felice di partecipare alla Mission Hérisson!” ha raccontato una mamma.

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Fonte: Missione Hérisson

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