Migliaia di megattere sono morte di fame per il caldo record (e la colpa è la nostra)

Circa 7.000 megattere sono morte di stenti in due anni per colpa dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento globale, non riuscendo ad adattarsi alle conseguenze ambientali causate dalle temperature più alte

Il surriscaldamento globale tra il 2014 e il 2016 ha causato un grave impatto sulla popolazione di megattere nell’Oceano Pacifico settentrionale, con un crollo del 20% in pochi anni, passando da circa 33.500 a 26.600 esemplari.

Uno studio condotto da un team di ricerca internazionale, guidato da scienziati australiani della Southern Cross University, ha evidenziato che circa 7.000 megattere sono morte di fame a causa delle conseguenze ambientali provocate dalle temperature anomale.

Il caldo record marino ha alterato i cicli del fitoplancton alla base della catena alimentare, riducendo la disponibilità di cibo per le megattere, come krill e piccoli pesci. Questo ha comportato anche una diminuzione delle prede per altri animali marini, come uccelli e pinnipedi. Le necroscopie condotte su alcuni esemplari hanno confermato la morte per fame, e i tassi di gravidanza sono diminuiti significativamente.

Megattere, indicatori biologici del cambiamento climatico

La popolazione di megattere nell’Oceano Pacifico settentrionale è stata portata sull’orlo dell’estinzione a causa della baleneria, ma dopo il divieto di caccia commerciale, la popolazione è cresciuta rapidamente fino al 2012, quando contava circa 33.500 esemplari.

Tuttavia, tra il 2012 e il 2021, si è verificato un improvviso calo del 20%, portando la popolazione a 26.662 individui. Questo declino è stato particolarmente grave tra le megattere che svernano nelle acque delle Hawaii, con un crollo del 34% nel 2021.

Gli scienziati ritengono che il riscaldamento globale abbia compromesso in modo critico la produttività dell’oceano, mettendo a rischio la sopravvivenza delle megattere. La flessibilità di queste balene nel cambiare le proprie abitudini alimentari non è stata sufficiente a compensare la diminuzione generale della produttività dell’ecosistema.

Questi risultati indicano un impatto grave della crisi climatica sulle popolazioni di cetacei e fungono da monito per il futuro. Le megattere, sensibili agli stravolgimenti ambientali, possono servire come indicatori biologici delle conseguenze del cambiamento climatico sull’ecosistema marino. La ricerca sottolinea l’urgente necessità di affrontare la crisi climatica per proteggere la vita marina e prevenire ulteriori declini nelle popolazioni di cetacei.

Fonte: Royal Society Open Science

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