Fermiamo il massacro di interi gruppi di lupi in Svizzera: lettera aperta di 158 organizzazioni al Consiglio federale

La Svizzera apre agli abbattimenti dei lupi per ridurre drasticamente il numero di esemplari presenti sul territorio elvetico. Durissima la risposta delle associazioni e istituzioni internazionali, che hanno presentato una lettera aperta per impedire una simile possibilità

Non c’è pace per i lupi, in Italia come in Svizzera, dove il Consiglio federale apre all’abbattimento del 70% della popolazione di predatori distribuiti nel Paese. La proposta è del consigliere Albert Rösti come “regolamentazione” della presenza del lupo in Svizzera.

Regolamentazione significa però abbattimento di esemplari giovani e adulti, sterminati per ridurre la pressione sugli allevatori. Una possibilità sconcertante, criticata aspramente dalle associazioni animaliste e ambientaliste nazionali e internazionali.

158 organizzazioni di 37 Stati differenti, tra cui anche l’Italia con Io non ho paura del lupo APS, hanno scritto una lettera al consigliere Rösti, alla guida del Dipartimento dell’Ambiente, dei Trasporti, dell’Energia e delle Comunicazioni, perché ritorni sui suoi passi.

La lettera è stata inoltrata anche al Comitato  permanente della Convenzione di Berna sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa. Ma la gestione del lupo nei territori europei appare complessa, così complessa che anche l’Unione europea starebbe valutando di rettificare lo status della specie, attualmente classificata come “rigorosamente protetta”.

Mai il massacro di interi gruppi, come purtroppo accade già in Svezia, potrò però rappresentare realmente una soluzione per controllare i ritmi della natura con sangue e violenza. Un simile provvedimento non può che essere classificato come un disastro annunciato, con serie ripercussioni sull’ambiente e sui suoi delicati equilibri.

Queste misure radicali e unilaterali non minacciano solo la fragile popolazione di lupi della Svizzera, ma hanno un impatto negativo sull’intera popolazione di lupi delle Alpi centro-occidentali” osservano le associazioni.

Tra i firmatari vi è anche il Gruppo specialistico Canidi della IUCN SSC, che riunisce i massimi esperti sulla tutela di questi animali selvatici.

Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione e la nostra obiezione alle modifiche legali e alla prevista persecuzione dei lupi in Svizzera. L’attuale piano di gestione del lupo del governo svizzero non è scientifico e contraddice le più recenti conoscenze scientifiche sulla gestione dei carnivori e sulla protezione della natura” ha dichiarato il Gruppo.

Esistono pareri tecnici sui benefici apportati dalle popolazioni di lupo agli ambienti forestali e montani in termini di controllo delle popolazioni di erbivori e della diffusione di malattie tra questi.

Esistono anche e specialmente misure preventive approvate dalla comunità scientifica per una convivenza pacifica con questa specie. Proprio in Svizzera si sta lavorando a collari ai feromoni per proteggere le greggi dagli attacchi dei lupi e i lupi dalle conseguenze.

Sono questi le azioni da portare avanti e su questo che bisogna focalizzarsi, non le condanne a morte. Proteggiamo i lupi e facciamolo ricordando una frase dell’ecologista Diana Soldo “i lupi sono importanti per foreste sane e intatte. Devono essere riconosciuti e devono avere il diritto di esistere”.

Chiunque volesse aderire alla lettera in qualità di organizzazione può compilare questo modulo.

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Fonte: Io non ho paura del lupo

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