In India morti 6 ghepardi, tra cui 3 cuccioli, in pochi mesi: il progetto di reintroduzione non funziona

Il ghepardo era stato dichiarato estinto in India oltre 70 anni fa e adesso un nuovo programma di reintroduzione sta facendo di tutto affinché il grande felino torni a ripopolare il territorio. In aprile vennero al mondo quattro cuccioli, ma ora pare che il programma stia subendo una battuta d’arresto

Sotto attacco il progetto di reintrodurre i ghepardi in natura in India. Si tratta del Project Cheetah, l’iniziativa del Governo per ripopolare i boschi indiani. Noto come il primo progetto di traslocazione intercontinentale di grandi carnivori selvatici al mondo, il movimento ha in realtà subito una grave battuta d’arresto dopo la morte di tre adulti e tre cuccioli negli ultimi otto mesi.

Lo schema internazionale da ben 4,8 milioni di sterline che ha previsto lo spostamento di 20 animali dall’Africa al Parco nazionale indiano di Kuno all’inizio di quest’anno non avrebbe riservato, secondo le critiche di alcuni ambientalisti, abbastanza spazio ai ghepardi, mentre altri si sono lamentati del fatto che il progetto sarebbe stato avviato troppo frettolosamente.

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Se hai intenzione di reintrodurre un animale in natura, devi farlo con molta attenzione, ha detto la professoressa Sarah Durant, della Zoological Society di Londra. Ed è chiaro che le cose non stanno andando bene. Il programma sembra affrettato.

Il ghepardo era stato dichiarato estinto in India nel 1952 e per ripristinare l’ecosistema della foresta aperta e delle praterie.

I ghepardi sono gli animali terrestri più veloci del mondo, ne esistono cinque sottospecie e tutte hanno subìto un forte calo di numero a causa della crisi climatica, della caccia da parte dell’uomo e della distruzione del loro habitat. Di conseguenza, le popolazioni sopravvissute di ghepardi dell’Africa orientale, sudafricana e nord-orientale sono ora vulnerabili, secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura. Gli altri due – il ghepardo dell’Africa nordoccidentale e il ghepardo asiatico – sono in grave pericolo di estinzione.

La stessa popolazione di ghepardi dell’India – composta dalla sottospecie asiatica – è stata spazzata via il secolo scorso, con gli ultimi animali nativi documentati uccisi dal Maharajah Ramanuj Singh Deo nel 1947. Il ghepardo asiatico ora sopravvive solo in Iran.

Al contrario, ci sono circa 6.500 ghepardi africani (Acinonyx jubatus) e ci sono stati successi nel ripristinare i numeri nelle riserve naturali semigestite in Sud Africa. Con l’eradicazione dei propri ghepardi, l’India fece  molti sforzi per ristabilire una popolazione utilizzando i ghepardi dell’Africa meridionale (Acinonyx jubatus jubatus). Tuttavia, queste mosse furono inizialmente bloccate dalla Corte suprema indiana, che sostenne che, poiché non era una specie autoctona, la sua introduzione violava le norme internazionali sulla conservazione.

Nel 2020, la sentenza del tribunale fu annullata e il Project Cheetah è stato lanciato con notevole clamore, compreso il sostegno del primo ministro indiano, Narendra Modi. I primi animali – otto ghepardi trasferiti dalla Namibia – sono arrivati a Kuno lo scorso settembre e altri 12 sono stati trasferiti dal Sudafrica a febbraio.

Tuttavia, alla fine di maggio di quest’anno, tre dei ghepardi Kuno e tre cuccioli appena nati sono morti. Due adulti sono morti per insufficienza di un organo e un terzo è stato ucciso.

La morte dei tre adulti non è stata inaspettata dato l’elevato stress del trasferimento – conclude Adrian Tordiffe, veterinario dell’Università di Pretoria in Sudafrica e consulente per il progetto, sulla rivista Nature. Il fatto che abbiamo avuto più decessi avvenuti in un breve lasso di tempo non è insolito, nel senso che è il periodo ad alto rischio. Una volta che le cose si saranno stabilizzate, tutto cambierà.

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Fonti: The Guardian / Nature

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