Sono un ex lavoratore di un parco acquatico e ti mostro le condizioni terribili in cui sono tenuti gli animali marini

I parchi acquatici sono anch'essi una forma di crudeltà e sfruttamento animale, dagli spettacoli a ciò che accade lontano dai riflettori. Un ex lavoratore lo ha confermato, raccontando la sua terribile esperienza

Gabbie fatiscenti piene di ruggine, vasche che sembrano più bacinelle, con il fondo azzurro per ricordare lontanamente il mare aperto e talvolta nemmeno quello. Non appena lo spettacolo finisce, gli animali marini dei parchi acquatici tornano alla “vita” di sempre.

Accade allo Zoo Madrid e a denunciarlo è stato un coraggioso ex dipendente che ha lavorato come elettricista nella struttura. Durante il suo turno di lavoro, ha visto quello che i parchi acquatici non mostrano al loro pubblico.

Quando non sono costretti a esibirsi, a fare piroette e salti, foche, delfini e altre specie marine sostano in ambienti microscopici, sporchi, per ore e ore. La loro giornata trascorre così, senza poter nuotare come dovrebbero ed esprimere la loro natura.

Sebbene non fosse consentito fare foto e video (e non è difficile immaginare il perché), l’ex lavoratore ha documentato tutto e ha contattato l’attivista per i diritti degli animali Xavi, Xavi.animal su Instagram, inviandogli il materiale in suo possesso.

Ha visto i miei video in cui lotto per gli animali e mi ha inviato queste immagini del terribile stato degli animali quando non prendono parte agli spettacoli. Le condizioni sono pessime, questa è la realtà dello sfruttamento animale. Quando gli animali vengono usati per trarne vantaggio, la priorità è sfruttarli al massimo e prendersi cura di loro al minimo, come se fossero oggetti, o anche peggio” ha denunciato l’attivista.

Le immagini sono terrificanti. Non è ciò che siamo abituati a vedere, a pensare quando le pubblicità di parchi acquatici e tematici ci scorrono davanti agli occhi con i loro programmi per la conservazione delle fauna marina. Questa, però, non è conservazione, è sfruttamento.

La persona ha raccontato anche di conversazioni con gli addestratori e dei loro trucchetti. Per insegnare agli animali marini i numeri della performance e ubbidire ai comandi, questi sono costretti alla fame. 

Ma non patiscono solo la fame. Nei parchi acquatici, orche, delfini, lamantini e tante altre specie sperimentano stress, paure, frustrazione. In natura nuotano per kilometri, cacciano le loro prede, interagiscono con i loro simili. Nelle vasche e nelle gabbie ciò non accade.

Tra gli utenti c’è chi ha voluto specificato, tuttavia, che queste piscine interne vengono utilizzate dallo staff temporaneamente, quando le altre vengono pulite. Anche nelle aree interne sarebbero presenti arricchimenti.

C’è anche chi, avendo lavorato in un delfinario proprio come questo ex dipendente, conferma che tutto ciò è realtà, una angosciante realtà. Quello dello zoo di Madrid non è un caso isolato. Di recente, a un famosissimo parco acquatico della Florida è stato tolto il contratto di locazione per irregolarità e l’impressionante numero di animali morti nella struttura.

Il biglietto di uno spettacolo vale tutto ciò?

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Fonte: xavi.animal/Instagram

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