Creata una zona protetta per la nidificazione del gipeto nel Valdostano

Il Parco Nazionale del Gran Paradiso si batte per la protezione del gipeto e nel versante valdostano ha istituito una zona protetta per tutelare i rapaci durante la loro lunga e complessa nidificazione. Nell'area è vietato l'accesso perché ogni presenza costituisce un elemento di disturbo per la specie

Sono giorni molto particolari per il gipeto, l’avvoltoio barbuto tornato a ripopolare le Alpi grazie a un progetto di reintroduzione della specie degli anni ’80 del Novecento. Tra la fine di dicembre e la fine di febbraio inizia il periodo di nidificazione di questo maestoso rapace, il più grande d’Italia.

Per salvaguardare i gipeti della Valle di Cogne, il Parco Nazionale del Gran Paradiso ha istituito una zona di tutela nel versante valdostano. Qui, sulle pareti rocciose della Valnontey, nidifica una coppia di gipeti che negli scorsi anni ha dato al mondo 7 piccoli.

Dato che il gipeto è una specie particolarmente sensibile alla presenza dell’essere umano, l’Ente Parco ha introdotto una serie di divieti affinché niente e nessuno possa arrecare il benché minimo disturbo alla coppia di rapaci.

La zona include:

  • Gusto di Scozia
  • Flash estivo
  • Flash estivo-colonnata centrale
  • Fiumana di Money
  • Fallo di Plutone
  • Coupé Money-Mistiria
  • Coupé Money variante
  • Cascata della pazienza
  • Cascata della rassegnazione
  • Meeting 2000
  • Sweet Valentina
  • Voglia di tenerezza

In queste aree è proibito l’accesso anche solo per scattare foto o fare riprese. Vige inoltre il divieto di utilizzo di droni e il divieto di arrampicata sulle cascate di ghiaccio contrassegnate. Sarà il Corpo di sorveglianza del Parco ad occuparsi del monitoraggio della zona di tutela.

E’ importante garantire il massimo della tranquillità e ridurre al minimo il disturbo, così da lasciare i gipeti liberi di svolgere le attività di cura del nido. Il sito di nidificazione della Valnontey si colloca in un complesso rupestre intensamente frequentato, in periodo invernale, dagli appassionati di arrampicata su ghiaccio. Questo fatto, unito alla sensibilità ai disturbi che l’avvoltoio manifesta nella fase riproduttiva ha richiesto, da parte dell’Ente Parco, di attuare le limitazioni previste dalle misure minime di conservazione regionali per i Siti di Importanza Comunitaria” ha scritto il Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Il gipeto è infatti una specie classificata come vulnerabile nella Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, che agli inizi del secolo scorso ha rischiato l’estinzione per colpa dell’uomo. Il suo ciclo riproduttivo è inoltre complesso.

L’avvoltoio barbuto cova le uova per circa 55 giorni. Il primo nato sarà il dominante e avrà la meglio sul secondo. Questo comportamento è detto cainismo ed è stato osservato in particolare nei rapaci.

Ma perché il gipeto nidifica quasi all’inizio dell’inverno? La scelta non è causale perché, come spiegano gli esperti, ha a che fare con l’alimentazione dei piccoli, che non sono ancora in grado di digerire le ossa e devono nutrirsi di carne fresca. Nel periodo invernale, le carcasse di animali che non sono riusciti a sopravvivere al gelo sono molto facili da reperire.

E nel Parco Nazionale del Gran Paradiso i gipeti hanno trovato un habitat ideale grazie all’abbondanza di fauna selvatica e alle caratteristiche del paesaggio. Ora sta all’uomo non ostacolare la conservazione della specie.

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Fonte: Parco Nazionale del Gran Paradiso

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