Ora la carne di coccodrillo potrà essere commerciata in Europa (e non ne sentivamo il bisogno)

La carne di coccodrillo potrà essere commerciata in Europa se proveniente da alcuni allevamenti regolamentati, ma avevamo davvero bisogno di questo alimento? Proprio no, al di là del prezzo folle che arriva anche a varie centinaia di euro per un taglio pregiato di carne, la crudele industria dei coccodrilli è completamente da boicottare

Se ne parlava da un po’, da quando il Ministero della Salute aveva dato il via libera al commercio della carne di coccodrillo e ora questa pietanza contraddittoria dal prezzo esorbitante è arrivata in Italia. Una porzione di filetto di questa carne esotica costa anche 300 euro, ma non è la cifra in sé a dare adito a pesanti polemiche.

È quello che si cela dietro questo nuovo trend di lusso che interesserà magnati e ristoranti elitari a preoccupare non poco e la tradizione gastronomica non è tra i punti di cui discutere. La carne di coccodrillo costituisce un piatto tipico in molti Paesi del mondo dove l’animale viene scuoiato e macellato per essere servito come bistecca o costoletta negli abbinamenti più fantasiosi.

In Italia la carne di coccodrillo che potrà essere commerciata è della specie Crocodylus niloticus, il coccodrillo del Nilo, diffusa in Africa lungo l’omonimo fiume. I vari taglia potranno essere infatti importati nei Paesi comunitari soltanto se provenienti da uno degli allevamenti di coccodrilli in Svizzera, Zimbabwe, Botswana, Vietnam e Sudafrica con specifico certificato sanitario.

Tutte le specie di coccodrillo esistenti al mondo sono elencate nelle appendici CITES, il commercio internazionale è dunque regolamentato. Questo, tuttavia, non impedisce l’apertura di allevamenti o fabbriche di coccodrilli che il collettivo scientifico Specialist Crocodile Group della IUCN, l’Unione internazionale per la conservazione della natura, considera a tutti gli effetti ” una forma di allevamento intensivo di animali“.

Se la pelle di coccodrillo è il prodotto primario che si ottiene in questa industria, la carne costituisce il suo sottoprodotto. Viene da sé che la nuova moda della carne del rettile e la domanda darà man forte a tutto il mercato, che non vorremmo invece fosse così florido.

Secondo i dati IUCN, tra il 1990 e il 2005 le esportazioni di carne sono state piuttosto stabili con circa 400 tonnellate all’anno di carne di coccodrillo proveniente principalmente da alligatori americani, coccodrilli del Nilo e coccodrilli siamesi. Adesso invece cosa accadrà? Il numero potrebbe essere destinato a crescere. Ma vi era davvero bisogno di tutto ciò?

Oggigiorno vi è maggiore consapevolezza sulle forme di allevamenti di animali nel mondo, i suoi effetti sull’ambiente e tutti gli abusi che avvengono quotidianamente dentro capannoni e macelli. Le fabbriche di coccodrillo non sono da meno in termini etici in quanto a crudeltà.

Attualmente oltre alla pelle conciata per borse e capi di qualità, molte parti di coccodrillo vengono utilizzate per scopi religiosi, tradizionali o decorativi. Il sangue di coccodrillo trova impiego nei prodotti farmaceutici, ossa e grasso nella medicina tradizionale mentre denti e teschi vengono venditi come souvenir turistici.

Per fermare questo traffico bisogna boicottare tutti i prodotti e sottoprodotti, la carne di coccodrillo è uno di questi.

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Fonte: IUCN

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