Belluno, tir investe un cervo: morti sia l’animale che il camionista (e l’Italia resta a guardare sui corridoi faunistici)

In provincia di Belluno un tir ha investito un cervo, provocando la morte sia dell’animale che del camionista. Dopo l’investimento dell’orso M90, un altro episodio che ci ricorda quanto sia essenziale l’attivazione dei corridoi faunistici

L’ennesimo tragico incidente che si poteva evitare si è verificato stamattina alle 7 sulla Provinciale 1, a Marziai, frazione di Quero Vas, in provincia di Belluno. Un camion ha colpito frontalmente un cervo che, nell’impatto, ha sfondato la cabina del mezzo ed è stato catapultato all’interno. Il mezzo pesante si è rovesciato fuori strada per via dell’impatto.

Purtroppo, non c’è stato nulla da fare né per l’animale a causa delle ferite troppo gravi riportate e nemmeno per l’autista del tir che è morto sul colpo. L’incidente ha coinvolto anche un’altra vettura in maniera parziale, ma per fortuna il conducente ne è uscito illeso.

Il sinistro ha avuto luogo nel territorio del comune di Borgo Valbelluna con il mezzo pesante che stava viaggiando in direzione di Belluno. Nonostante l’intervento tempestivo degli operatori sanitari del Suem, giunti sul posto con l’ambulanza e coadiuvati anche dall’elisoccorso, il conducente del camion non ha potuto essere salvato. La cabina di guida del veicolo era stata infatti gravemente danneggiata per via dell’impatto con il cervo.

L’ennesimo episodio che ci ricorda l’importanza (dimenticata) dei corridoi faunistici

Siamo qui dunque di nuovo a raccontarvi di un’altra tragedia annunciata, dopo quanto avvenuto lo scorso sabato, 14 ottobre, in Trentino. L’orso M90 è infatti stato investito sulla statale 42 all’altezza di Mezzana. L’animale è riuscito a salvarsi scappando via tra i boschi, ma non può dirsi lo stesso per altri plantigradi.

Solo in Trentino ne sono stati investiti 52 in appena 15 anni: una strage che continua ad essere ignorata. Eppure soluzioni a tutto ciò ci sono e sono diffuse in varie parti del mondo l’Indiala California e il Canada con successo.

Parliamo della costruzione di corridoi faunistici per permettere ad orsi, cervi e a tutti gli animali selvatici di potersi muovere in sicurezza verso i loro boschi senza rischiare di essere investiti con conseguenze drammatiche per loro e per gli automobilisti.

Si tratta di aree di connessione ecologica che permettono agli animali di spostarsi tra diverse zone, evitando l’isolamento delle popolazioni e, nelle aree in cui l’urbanizzazione e le infrastrutture possono interrompere le rotte naturali di spostamento degli animali, hanno il compito di diminuire gli incidenti.

L’Italia però purtroppo resta al palo, come sempre, ferma a guardare altro sangue versato sulle strade senza agire di conseguenza proteggendo la propria fauna e gli utenti che percorrono ogni giorno strade isolate o circondate da boschi.

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Fonte: Vigili del Fuoco

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