Cavalli malati, zoppi e picchiati: il terrificante retroscena dietro la carne equina importata dall’Europa

Cosa accade ai cavalli prima di essere macellati? Due scioccanti inchieste mostrano tutto l'orrore che devono subire questi animali negli allevamenti canadesi e uruguyani, da cui proviene la carne destinata ai Paesi dell'Ue

L’Europa importa ogni anno tonnellate di carne equina proveniente dall’America. Questo prodotto, che finisce nei nostri piatti (in particolare in Italia, prima importatrice a livello europeo), è impregnato di torture e sofferenze da far accapponare la pelle. Due nuove maxi indagini portate avanti da AWF Animal Welfare Foundation, Animals’ Angels USA e Tierschutzbund Zürich mostrano come il benessere animale sia soltanto un’utopia negli allevamenti di cavalli di Paesi come il Canada e l’Uruguay.

Prima di finire al macello, queste creature dotate di straordinaria intelligenza devono sopportare di tutto: sete, assistenza veterinaria praticamente inesistente e violente percosse. Un’altra nota dolente è, inoltre, quella relativa alla tracciabilità, dato che in alcuni casi si tratta di animali la cui orgine è incerta e vittime di contrabbando.

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L’indagine in Canada

Ad Alberta, in Canada, si trova Bouvry Exports, il più grande macello di cavalli di tutto il Nord America. Secondo quanto previsto dalla normativa europea relativa all’esportazione di carne, i cavalli vanno tenuti in recinti per sei mesi prima di essere uccisi in modo da ridurre al minimo il rischio di residui di farmaci.

Questa pratica, però, è fonte di gravi e prolungate sofferenze, visto che gli animali vengono messi all’ingrasso con foraggio apposito, fino a sviluppare patologie metaboliche. Dall’investigazione condotta in Canada, è emerso inoltre che i cavalli malati vengono abbandonati a sé stessi e non ricevono cure mediche, anche perché alcuni medicinali – fra cui il fenilbutazone – non sono autorizzati negli esemplari destinati alla macellazione.

Gli attivisti hanno documentato ripetutamente la presenza di cavalli zoppi, con laminite (patologia del cavallo che causa ischemia), morti a causa di malattie o lesioni, ma anche puledri morti per congelamento alla nascita in inverno, oltre che femmine e stalloni negli stessi recinti.

Questi animali non vengono nutriti correttamente e non ricevono cure. Anche la privazione dei cavalli di cure mediche viene fatta intenzionalmente, in modo che la loro carne possa essere esportata. – commenta la professoressa Stephanie Krämer dell’Università Justus Liebig di Giessen – Il dolore che questi animali subiscono è consapevolmente accettato.

L’indagine in Uruguay

Non va molto meglio in Uruguay, dove il numero degli equini macellati è in costante crescita negli ultimi anni. In questo Paese le associazioni della rete di cui fa parte anche l’organizzazione italiana Italian Horse Protection hanno monitorato le varie fasi a cui sono sottoposti i cavalli prima di essere uccisi nei macelli Clay, Sarel e El Amanecer, certificati dall’Unione Europea. Qui hanno scoperto che soltanto soltanto una parte dei cavalli si trova sui pascoli del macello durante gli audit aziendali. In questi casi si tratta di una cinquantina di esemplari appositamente selezionati, in buone condizioni di salute, che vengono messi in aree verdi e vengono protetti dalle intemperie.

Questa, però, è solo una facciata. Una volta terminati i controlli da parte degli ispettori, gli equini tornano in campi sporchi e pieni di polvere e capita che vengano lasciati senza senza foraggio e talvolta persino senza acqua. E invece di essere fra i 40 e i 60 esemplari, ce ne sono centinaia.

Tra questi ci sono cavalle gravide, animali gravemente feriti e gravemente emaciati. – raccontano gli attivisti –Anche il comportamento degli addetti è impressionante: non appena sanno di non essere osservati, usano aste e bandierine come bastoni e picchiano sistematicamente i cavalli.

Il nodo della sicurezza alimentare

Al di là del sistema crudele di allevamento, c’è un altro importante fattore da tenere in considerazione, ovvero quello relativo alla tracciabilità della carne equina. Come sottolineato dalle associazioni, in America non esiste un sistema di identificazione per i cavalli come nei Paesi Ue. Oltreoceano sono frequenti i passaggi di proprietà e molti esemplari vengono scambiati alle aste.

La gente fa affidamento sull’onestà dei profittatori. Ciò apre la strada a frodi sistematiche e mette a rischio i consumatori nell’UE e in Svizzera – evidenzia la professoressa  Sabrina Gurtner. – Riceviamo regolarmente segnalazioni dall’Uruguay e dall’Argentina di cavalli rubati e contrabbandati. La polizia ha messo insieme una serie di unità speciali per condannare le bande di tipo mafioso.

Nel 2022 è stata smantellata in Uruguay una rete criminale – di cui faceva parte anche un ex agente di polizia e il capo della dogana a Rivera – dedita al contrabbando di cavalli rubati dal Brasile.

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Le cifre relative alla macellazione in Uruguay sono in costante aumento da alcuni anni: nel 2022 sono stati ben 52.000. A tal proposito, le organizzazioni spiegano che importatori come lo svizzero Skin Packing promettono da anni di impegnarsi a migliorare le condizioni nei macelli di origine. Ma sono rimaste soltanto parole al vento.

“Durante le nostre ispezioni non abbiamo riscontrato miglioramenti sostanziali nel benessere degli animali” spiega Sabrina Gurtner riferendosi all’azienda svizzera Skin Packing, che importa carne dal Paese sudamericano.

“Considerando i problemi irrisolti del benessere degli animali nei macelli d’oltremare dal 2012, la Commissione europea dovrebbe finalmente agire e fermare l’importazione di carne di cavallo proveniente da produzioni crudeli” chiedono gli attivisti di AWF e le altre organizzazioni.

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Fonti: AWF/IHP

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