Allevamenti illegali in Amazzonia: il Brasile lancia una maxi operazione per salvare le terre indigene dalla deforestazione

Il Brasile ha lanciato una massiccia operazione per porre fine agli allevamenti illegali di bestiame in Amazzonia. Finalmente un importante passo avanti nella lotta contro la deforestazione e la criminalità ambientale, a favore delle terre indigene

Qualcosa sta cambiando in Brasile, dove finalmente si è deciso di prendere una posizione netta contro gli allevamenti illegali in Amazzonia. Il governo brasiliano ha infatti lanciato una massiccia operazione volta a sradicare tali allevamenti dalle terre indigene.

L’operazione, chiamata Eraha Tapiro, che significa “Rimozione del bue” nella lingua degli indigeni Asurini, mira a ristabilire il controllo statale nelle terre indigene Ituna-Itatá, una delle aree più colpite dalla deforestazione durante la precedente presidenza di Jair Bolsonaro.

Al momento, Luiz Inácio Lula da Silva, entrato in carica all’inizio dell’anno, sembra deciso a rispettare le promesse di combattere la criminalità ambientale, fermare l’espansione della frontiera agricola e puntare ad una deforestazione zero entro il 2030.

L’operazione è stata condotta con un imponente dispiegamento di risorse, compresi tre elicotteri, circa 12 veicoli e un contingente di polizia e ranger ambientali armati. Tuttavia, come c’era da aspettarsi, le bande criminali non si sono arrese facilmente e hanno tentato di ostacolare l’operazione appiccando incendi lungo il percorso, distruggendo ponti e cercando di intimidire gli automobilisti.

L’operazione Eraha Tapiro rappresenta una sfida senza precedenti alla potente lobby degli “accapparratori” di terre che hanno operato impunemente in queste zone per anni.

E la storia di Ituna-Itatá è emblematica della lotta tra le popolazioni indigene e i cosiddetti “grileiros”, che si dedicano alla pratica illegale dell’appropriazione e della vendita fraudolenta di terreni o proprietà in Brasile. Questi hanno invaso l’area, bruciando la foresta e occupando la terra con il bestiame. Durante la presidenza di Bolsonaro, la situazione è degenerata a tal punto che Ituna-Itatá è diventata l’area indigena più deforestata dell’intera Amazzonia nel 2019.

Un caso emblematico è quello della fattoria Rocha, di proprietà di Danilo José Barros Rocha, dove l’operazione è iniziata. Nonostante Rocha possieda solo 70 animali secondo i registri ufficiali, gli ispettori hanno scoperto ben 400 bovini su un terreno di 800 ettari, di cui 330 ettari erano stati illegalmente deforestatati. Quanto scoperto è stato punito con una multa di 500.000 real brasiliani (circa 90mila euro).

Nonostante le difficoltà e le minacce, l’operazione Eraha Tapiro sta procedendo con determinazione. Il problema più grosso che rimane ora è spostare le mucche, che si è già deciso di donare a programmi sociali.

Quest’operazione rappresenta un passo significativo per proteggere l’Amazzonia, le sue popolazioni indigene e la biodiversità locale. Ci auguriamo che il Brasile continui su questa strada per preservare uno dei tesori naturali più preziosi del mondo.

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Fonte: The Guardian

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