Qualità della vita: queste sono le migliori città italiane per bambini, giovani e anziani

I tre indici documentano la capacità delle istituzioni di mettere in campo servizi efficienti e, tra l'altro, le aspettative dei giovani. 

Cagliari è una provincia a misura di bambino, Ravenna compare come luogo decisamente attraente per i giovani. Trento svetta per il benessere degli anziani. In coda le Regioni del sud.

Bambini, giovani e anziani: chi vive meglio dove? Tre nuove classifiche “generazionali”, ognuna composta da 12 parametri, stilata da Il Sole 24 ore, misurano la vivibilità dei territori per ogni fascia di età. Quasi non sorprende che a confermarsi sia il ritardo generale del Mezzogiorno, ma – confrontando i singoli primati – si scoprono delle curiosità molto interessanti.

Se per parlare di benessere in generale bisogna aspettare la classica graduatoria di fine anno, le tre nuove classifiche “generazionali” misurano con i numeri la vivibilità nelle varie città per bambini, giovani e anziani. Gli indicatori sono stati selezionati per evidenziare particolari aspetti che influenzano la qualità della loro vita. Ad ogni parametro è stato assegnato un punteggio per ciascuna provincia da 0-1000. E la classifica finale è il risultato della media dei punteggi conseguiti.

Come spiega Il Sole 24 ore, i tre nuovi indici documentano la capacità delle istituzioni di mettere in campo servizi efficienti, le relative condizioni di vita, le lacune nei confronti dei più fragili e le aspettative dei più giovani.

Dove vivono meglio bambini, giovani e anziani?

classifica città

©Il Sole 24 ore

Piccole città a discapito di quelle più grandi: pesa, infatti, innanzitutto, la pressoché totale assenza delle grandi aree metropolitane (così come il ritardo generale del Mezzogiorno che nelle tre graduatorie si trova quasi sempre il fondo) con l’eccezione di Bologna – già premiata lo per la Qualità della vita 2020 – che guadagna l’ottavo posto per benessere dei giovani e il quinto per gli anziani.

Ravenna e Trento sembrano unire diverse generazioni: entrambe sono le più attrattive rispettivamente per i giovani e per gli anziani (Ravenna è seconda) ed entrambe sono nelle top ten anche delle altre due categorie. E negli ultimi cinque anni, in queste due province, la popolazione giovane, tra i 18 e i 35 anni, risulta in lieve crescita.

Tra gli indicatori presi in esame per definire la qualità della vita dei giovani ci sono anche:

  • gli spazi sportivi all’aperto
  • i bar e le discoteche in rapporto alla popolazione
  • i concerti
  • i canoni medi di affitto
  • il numero di laureati
  • i tassi di disoccupazione e imprenditorialità giovanile
  • l’età media al parto

Ravenna è quarta alla voce “aree sportive all’aperto” e quinta per le discoteche, settima per saldo migratorio e 27esima per canoni di locazione. Cagliari, invece, mentre è prima per numero di pediatri attivi  e offre uno dei rapporti migliori tra retta dell’asilo nido e reddito medio dichiarato, scende al 71° posto (sul totale delle 107 province) per qualità della vita dei giovani e al 25° per gli anziani.

Tornando alle grandi città,  Milano e Roma – per esempio – appaiono solo nella top ten dedicata agli over 65, trainate dagli importi medi delle pensioni. Per i bambini, invece, si piazzano rispettivamente 42esima e 18esima, penalizzate dal ridotto spazio abitativo (a Milano 50 mq in media per famiglia) e arrivano al 76° e 106° posto per i giovani, anche a causa delle difficoltà di accesso alla casa ben rappresentate dagli affitti troppo elevati (la cui incidenza a Roma supera il 60% sul reddito medio dichiarato). Male per i giovani anche Napoli (103esima), dove si aggiungono le performance negative nel tasso di disoccupazione giovanile e nella minore incidenza di laureati.

Le diseguaglianze 

Secondo le classifiche de Il Sole, inoltre, a colpire è il numero medio di studenti per classe, che varia dai 14 di Trieste ai 25 di Parma. A conferma della scarsa propensione dei giovani a mettere su famiglia, inoltre, il  quoziente di nunzialità (più elevato a Bolzano, 3,2 ogni mille residenti) nel 2020 è crollato a causa delle restrizioni imposte per contenere i contagi. L’età media della madre al parto del primo figlio, infine, è risultata ovunque superiore ai 30 anni (più bassa a Siracusa, 30,7 anni).

Fonte: Il Sole 24 ore

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