Sentenza storica a Strasburgo: le anziane attiviste per il clima vincono una causa rivoluzionaria contro il Governo svizzero

"Le deboli politiche climatiche dei Governi violano i diritti umani fondamentali", lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani fornendo la sua storica sentenza nella causa delle Anziane svizzere. Per la prima volta, un tribunale transnazionale specializzato in diritti umani sostiene esplicitamente il diritto alla protezione del clima. Nella sua sentenza, la CEDU stabilisce i requisiti specifici che gli Stati membri devono soddisfare per rispettare i loro obblighi in materia di diritti umani. Nell’ambito di questo procedimento, come terza parte anche l’Italia, tramite l’Avvocatura generale dello Stato, aveva presentato una propria memoria per supportare la posizione della Svizzera

Uno Stato viola i diritti umani se non fa abbastanza per combattere il cambiamento climatico? L’anno scorso, le attiviste svizzere dell’associazione Anziane per il Clima hanno portato il loro Governo davanti alla Corte dei diritti umani di Strasburgo e sono così divenute protagoniste di un’azione rivoluzionaria: per la prima volta nella storia la questione climatica è finita alla Corte europea per i diritti dell’uomo (CEDU) proprio per dare una risposta a quella domanda.

E oggi il verdetto storico, come si legge su Reuters, la Corte europea dei diritti dell’uomo si è pronunciata a favore del gruppo di donne anziane svizzere che hanno citato in giudizio il loro governo per presunti sforzi “tristemente inadeguati” nella lotta al cambiamento climatico, concordando sul fatto che il loro governo abbia violato alcuni diritti umani, mancando gli obiettivi di riduzione delle emissioni passati. La sentenza non è impugnabile.

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In particolare, il tribunale ha riscontrato una violazione dell’articolo 8 (diritto alla vita privata e familiare) e dell’articolo 6 (diritto alla giustizia). 

È un momento indescrivibile. Questa decisione sarà di grande importanza per ulteriori cause sul clima contro Stati e aziende in tutto il mondo e aumenterà le loro possibilità di successo – spiega Cordelia Bähr, a capo del team legale delle Anziane per il clima. Questa sentenza mostra ai cittadini, ai giudici e ai governi di tutta Europa cosa è necessario fare in termini di protezione del clima per rispettare i diritti umani.

Cos’era accaduto

Il 29 marzo 2023 per la prima volta in assoluto la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo è stata chiamata ad accertare, nel corso di un’audizione pubblica, in che misura uno Stato come la Svizzera debba ridurre in modo più significativo le proprie emissioni di gas serra per tutelare i diritti umani della popolazione.

Tutto è nato dal ricorso presentato alla CEDU nel 2020 dall’associazione Anziane per il clima e da quattro ricorrenti singole provenienti dalla Svizzera.

Il ricorso delle Anziane per il clima è una delle tre cause sui cambiamenti climatici attualmente sottoposte alla Grande Camera della Corte europea, composta da 17 membri. Le tre cause sono:

  • Verein KlimaSeniorinnen Schweiz and Others v. Switzerland (ricorso n. 53600/20)
  • Carême v. France (n. 7189/21)
  • Duarte Agostinho and Others v. Portugal and 32 Other States (n. 39371/20)

Il ricorso delle Anziane per il clima è stato presentato il 29 marzo 2023 e, come dicevamo, è stato il primo caso in assoluto sul tema del cambiamento climatico esaminato dalla Grande Camera. Lo stesso giorno la Grande Camera ha esaminato anche un altro ricorso, che riguarda la Francia (Carême). L’udienza pubblica del terzo caso (Duarte Agostinho), nel quale la Svizzera è imputata insieme ad altri 32 Paesi, si è svolta il 27 settembre 2023.

Il rinvio alla Grande Camera della Corte europea e l’udienza davanti alla sua è indice dell’importanza primaria attribuita alle cause in questi tre procedimenti sul clima, sulla base dei quali si presume che la Grande Camera della CEDU definirà la giurisprudenza in materia di cambiamento climatico e diritti umani: ciò produrrà ripercussioni significative. Si prevede una sentenza di principio, alla quale gli Stati del Consiglio d’Europa dovranno fare riferimento.

La richiesta delle Anziane per il clima Svizzera

L’associazione Anziane per il clima Svizzera, fondata nell’agosto 2016, all’inizio contava circa 150 socie. Oggi vi aderiscono oltre 2500 socie in tutta la Svizzera con un’età media di 73 anni. Dato che le anziane appartengono alla fascia di popolazione che risente maggiormente dei crescenti fenomeni di caldo estremo e che l’associazione rappresenta i loro interessi, possono diventare socie soltanto le donne in età pensionabile dai 64 anni in su.

Le Anziane per il clima Svizzera si impegnano per salvaguardare i propri diritti fondamentali, in particolare il diritto alla vita e alla salute. Tali diritti sono espressamente tutelati dalla Costituzione federale svizzera e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), ratificata dalla Svizzera nel 1974. I picchi di calore dovuti al cambiamento climatico causato dall’uomo, sempre più frequenti e intensi, mettono a rischio soprattutto la salute e la vita delle donne anziane. Poiché secondo la giurisprudenza possono intentare causa soltanto i gruppi particolarmente colpiti, il ricorso presentato dalle Anziane per il clima è limitato alle donne in età di pensionamento.

Oggi, questa sentenza rappresenta una pietra miliare per le controversie sul clima a livello globale. Tutti gli Stati del Consiglio d’Europa, infatti, potrebbero essere invitati dai loro cittadini a rivedere e, se necessario, rafforzare la loro politica climatica sulla base dei principi sviluppati dalla CEDU per salvaguardare i diritti umani.

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