Queste sono le Regioni italiane con il maggior numero di rifiuti radioattivi: l’inventario nazionale aggiornato 

Sai quanti rifiuti radioattivi si trovano in Italia e in quali aree sono temporaneamente stoccati? A fornirci un quadro completo è l'inventario nazionale aggiornato dall'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione

Non tutti i rifiuti sono uguali. Ve ne sono alcuni che destano più preoccupazione per via del loro pesante impatto sull’ambiente e la nostra salute. È il caso di quelli radioattivi: quelli conservati presso depositi temporanei sparsi per il nostro Paese ammontano a 31.159,1 m3. Questo è il dato, aggiornato al 31 dicembre 2022, riportato dall’Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi dell’ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione).

Rispetto all’anno precedente, se ne contano 653,4 m3 in meno. Purtroppo, però, ciò non significa che vengano prodotti meno materiali, sia medici che industriali, caratterizzati da radioattività; il calo è dovuto, piuttosto, alle attività di trattamento e condizionamento di questi rifiuti.

rifiuti radioattivi

@ISIN

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Dove si concentrano i rifiuti radioattivi in Italia

Ma dove troviamo la maggior quantità di rifiuti radioattivi? Ai primi posti della classifica si piazzano queste Regioni:

  1. Lazio (con 9.591 m3, 30,78% del totale nazionale)
  2. Lombardia (6.462 m3, pari al 20,74%)
  3. Piemonte (5.923 m3, 19,01% del totale)
  4. Basilicata (3.857 m3, 12,38%)
  5. Campania (2.495 m3, 8,01%)
  6. Emilia Romagna (1.167 m3, 3,74%)
  7. Toscana (1.038 m3, 3,33%)

Invece, a fare da fanalino di coda, è la Puglia, che conta 625 m3 di rifiuti radioattivi detenuti e una percentuale, sul totale, del 2,01%.

In alcune aree del Bel Paese è in crescità il numero di immondizia radioattivà, in particolare in Lombardia (+ 352 m3), Piemonte (+ 99 m3), Basilicata (+ 25 m3), Campania (+ 5 m3) e Toscana (+ 4 m3); mentre diminuisce, al contrario, in Emilia Romagna (- 713 m3) e Lazio (- 435 m3).

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Si tratta di rifiuti radioattivi la cui attività totale è pari a 2.726.353,9 GBq (- 59.040 GBq rispetto al 2021). Le sorgenti radioattive dismesse, ovvero quelle sigillate e non più utilizzate, presentano un’attività pari a 860.501,7 GBq (-22.716,5 GBq rispetto al 2021); l’attività del combustibile nucleare irraggiato, espresso in TBq, è pari a 32.425, 5 (-854,8 TBq).

“Va comunque precisato che il 99% del combustibile nucleare irraggiato delle quattro centrali nucleari nazionali dismesse non si trova più in Italia: inviato in Francia e in Gran Bretagna, dove è stato sottoposto a processo chimico per il recupero di nuovo combustibile nucleare fissile, farà presto rientro in Italia come rifiuto radioattivo vetrificato di minore volume rispetto a quello di partenza” ricorda l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione

In termini di attività totale presente sul territorio, la Regione che figura che si piazza al primo posto è il Piemonte (1.977.410 GBq, pari al 72,53% del totale nazionale), seguito da Campania (346.897 GBq, pari al 12,72% del totale), Basilicata (239.233 GBq, l’8,77% del totale), Lombardia (99.411 GBq, 3,65%), Lazio (56.492 GBq, 2,07%) Toscana (6.771 GBq, 0,25%), Emilia Romagna (133 GBq) e Puglia (7 GBq).

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Tutti questi rifiuti radioattivi al momento sono stoccati provvisoriamente in attesa di essere conferiti per la maggior parte nel Deposito nazionale e in minima parte al deposito geologico, a seconda della classificazione prevista dal Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dello Sviluppo Economico risalente al 7 agosto 2015.

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Fonte: ISIN

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