Mappato il più grande accumulo fluviale di alberi morti conosciuto sulla Terra, trattengono le emissioni di 2,5 milioni di auto in un anno

Nel delta del fiume più lungo del Canada si trova una quantità impressionante di alberi morti accumulati, alcuni dei quali risalenti a migliaia di anni fa. Questo mastodontico deposito di legname è capace di immagazzinare quasi 3 milioni e mezzo di tonnellate di carbonio.

Un enorme cimitero di alberi morti è ciò che si presenta alla vista guardando dall’alto il delta del fiume Mackenzie, nel Canada settentrionale. Questo impressionante “deposito” fluviale di legname, classificato come il più grande a livello mondiale, è stato mappato e studiato di recente dal Dipartimento di Geoscienze della Colorado State University.

Quanto scoperto nel territorio canadese del Nunavut è sorprendente: tutti quei tronchi, apparentemente ormai inutili, rappresentano un valido alleato nella lotta all’inquinamento; sono, infatti, in grado di immagazzinare circa 3,4 milioni di tonnellate di carbonio. Praticamente la quantità di emissioni emesse da ben due milioni e mezzo di auto nell’arco in un anno, come sottolineato dalla dottoressa Alicia Sendrowski, ricercatrice presso la Colorado State University e principale autrice dello studio.

Ma la cifra potrebbe essere sottostimate, visto che sepolti nel suolo e sott’acqua potrebbero esserci molti altri alberi.

accumulo alberi morti canada

@Colorado State University/Geophysical Research Letters

Per scoprire qualcosa di più sul gigantesco “ingorgo di tronchi” (che prende il nome di logjam) gli scienziati hanno trascorso tre settimane sul campo misurando il legno galleggiante – che copre un’area che si estende per 51 chilometri quadrati – utilizzando il metodo di datazione al radiocarbonio.

Come spiegato nella ricerca apparsa su Geophysical Resarch Letters, una volta caduti gli alberi si fanno strada dalle foreste all’oceano attraverso i fiumi, ma può capitare che si blocchino durante il percorso, finendosi per accumularsi in determinati punti.

Grazie alla datazione al carbonioè emerso che la maggior parte degli alberi campionati ha iniziato a crescere intorno o dopo il 1950, mentre alcuni esemplari erano decisamente più antichi, addirittura risalenti al 700 d.C. circa.

Un tesoro da studiare e preservare

Finora gli studiosi si erano concentrati maggiormente sui flussi di carbonio che riguardano l’acqua e i sedimenti, tralasciando il ruolo importante svolto dal legname.

“Questo è un campo di ricerca molto giovane che si sta sviluppando abbastanza velocemente” spiegano i ricercatori.

Nell’Artico è presenta una dozzina di delta fluviali di oltre 500 chilometri quadrati, che rappresentano dei punti di stoccaggio di carbonio da indagare e tutelare, considerato l’impatto positivo che svolgono sull’ambiente.

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Fonte: Geophysical Research Letters

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