Nei campi europei, stanno sperimentando nuovi pesticidi genetici (quasi in segreto)

Aziende biotecnologiche, in primis l'americana GreenLight Biosciences, stanno testando pesticidi genetici basati sulla RNA-interferenza (RNAi) sia negli Stati Uniti che in Europa. Al centro delle sperimentazioni sarebbe la Francia e a lanciare l'allarme è la ONG Pollinis

Negli Stati Uniti ma anche in Europa, in particolare in Francia, aziende biotecnologiche stanno sperimentando, quasi in segreto, nuovi pesticidi genetici basati sulla RNA interferenza (RNAi). È quanto denuncia la ONG francese Pollinis che lancia l’allarme e una petizione per fermare queste attività, evitando le terribili conseguenze di tali esperimenti su api e impollinatori, oltre che più in generale sull’ambiente.

La GreenLight Biosciences, un’azienda nordamericana specializzata in biotecnologie, è una delle tre società coinvolte nei test sui nuovi pesticidi in campo aperto e ha dichiarato ufficialmente le sperimentazioni già nel 2022, includendo come luoghi dei suoi test Paesi come gli Stati Uniti, la Germania, la Spagna e la Francia.

Tuttavia, secondo le indagini della ONG Pollinis, le prove in Francia si sono svolte senza adeguata trasparenza e senza che l’Agenzia ambientale francese (Anses) fosse pienamente informata su luogo e date di tali sperimentazioni, il che ovviamente solleva preoccupazioni sulla mancanza di valutazione del rischio associata ai test e l’assenza di studi approfonditi sulle potenziali conseguenze ambientali di questi nuovi pesticidi.

La Pollinis ha sottolineato che la Francia sembra essere diventata il campo da gioco per le aziende agro-genetiche, mettendo in evidenza la mancanza di controllo.

L’Agenzia sanitaria francese (Anses) ha confermato di aver registrato tre dichiarazioni di avvio di prove con pesticidi RNAi (1 su colza e 2 su patate), sottolineando che queste sperimentazioni sono state condotte “sotto il regime di deroga al permesso di sperimentazione, quindi senza documentazione presso l’Anses”.

La Pollinis ha sollevato ulteriori preoccupazioni riguardo agli effetti “fuori bersaglio” di questi pesticidi, sottolineando che possono influenzare negativamente gli impollinatori e altri ausiliari delle colture. La somiglianza tra i patrimoni genetici degli insetti essenziali per gli ecosistemi e quelli dei parassiti bersaglio potrebbe infatti portare a conseguenze impreviste.

La GreenLight Biosciences non è l’unica azienda coinvolta ma vi sono anche BASF e Syngenta, anch’esse impegnate nei test sui pesticidi RNAi su terra francese. La deroga alle norme Ue ha consentito a queste aziende di condurre le prove in campo aperto, presentando solo una semplice comunicazione e non, come sarebbe stato dovuto, una valutazione del rischio preventiva.

Ma l’associazione francese avverte: i pesticidi RNAi sono una nuova minaccia e per utilizzarli si sacrificano gli insetti impollinatori.  Questi nuovi pesticidi, presentati come alternative sostenibili alla chimica sintetica, sembrano in realtà riprodurre gli stessi rischi per gli impollinatori delle varianti di fitofarmaci più tradizionali.

Come funzionano i pesticidi RNAi

Dopo l’era dei pesticidi chimici, le aziende agrochimiche stanno sfruttando la genetica per affrontare gli insetti che rovinano le colture. I pesticidi RNAi, progettati per bloccare l’espressione genica negli insetti dannosi, seguono un approccio simile a quello dei loro predecessori chimici, ma utilizzano la manipolazione genetica per raggiungere il loro obiettivo.

La Dorifora, uno degli insetti bersaglio di questi pesticidi, rappresenta un caso emblematico. Questo coleottero dannoso per le coltivazioni è noto per la sua adattabilità e resistenza agli insetticidi chimici. Le aziende agrochimiche si stanno orientando allora verso i pesticidi RNAi, sperando che questi possano offrire soluzioni più efficaci.

L’RNA-interferenza è un meccanismo che impedisce la sintesi delle proteine negli organismi viventi. Nel caso dei pesticidi RNAi, questo meccanismo è sfruttato per bloccare l’espressione genica negli insetti, causandone la morte. Tuttavia, questa azione mirata può avere effetti “fuori bersaglio” e influenzare anche gli impollinatori e altri organismi utili per gli ecosistemi.

La Pollinis ha giustamente richiesto una valutazione completa dei rischi per api, impollinatori selvatici, biodiversità ed ecosistemi da parte di un’agenzia indipendente.

La petizione

Pollinis lancia un appello ad unirsi alla petizione, già sottoscritta da oltre 75mila cittadini, per sollecitare l’attuazione del principio di precauzione in Europa e una sospensione immediata dei procedimenti in corso e delle richieste di autorizzazione.

In aggiunta, l’associazione insiste per una valutazione completa dei rischi.

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Fonte: Pollinis

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