Violento nubifragio a Saragozza, con un’intensità idrica mai vista prima

Stavolta non ci sono state vittime, ma i danni del violento nubifragio che ha colpito Saragozza, in Spagna, ci ricorda quanto poco stiamo facendo contro la crisi climatica in atto

Splende il sole oggi sopra Saragozza, la città spagnola capoluogo dell’Aragona, ma i suoi abitanti hanno ancora negli occhi e nella mente i drammatici momenti dell’alluvione che ha colpito la città lo scorso giovedì.

Mentre metà del Paese è già da settimane alle prese con temperature record, che hanno sfiorato in alcuni casi i 30°C, la città aragonese è stata travolta da ingenti quantità di pioggia e grandine.

In appena una ventina di minuti, sono piovuti dal cielo circa 60 litri di acqua per metro cuboun’intensità idrica mai vista prima che ha travolto le persone che erano in strada e che si sono dovute mettere a riparo sui tettucci delle auto.

Per fortuna, non si sono registrate vittime in quella che è la quinta città spagnola per numero di abitanti, ma le chiamate ai soccorsi sono state numerose e la Protezione Civile ha dispiegato 200 persone per mettere in sicurezza quanti ne avevano bisogno.

La forte pioggia, unita alla grandine che pure ha invaso la città, ha provocato danni ingenti ad abitazioni, auto, infrastrutture e campi coltivati: completamente allagati scantinati e piani bassi delle case, sott’acqua le colture ormai inutilizzabili.

Il violento nubifragio che ha colpito Saragozza è stata provocata dalla forte differenza di temperatura tra l’aria calda e umida che sale dal mare e l’aria fredda che si trova negli strati superiori dell’atmosfera. Ma, come diciamo sempre, non possiamo permetterci di etichettare questo fenomeno estremo come semplice “maltempo”.

Una quantità incredibile di acqua caduta in pochissimi minuti, una grandinata in piena regola in pieno luglio e con temperature estive, mentre città vicine boccheggiano per il troppo caldo: queste non sono altro che manifestazioni lampanti della crisi climatica in atto, che sta rivoluzionando il clima e le stagioni a cui eravamo abituati – con esiti sempre più drammatici.

In questa occasione non ci sono state vittime, per fortuna, ma solo un paio di mesi fa l’Emilia Romagna ha subito danni incalcolabili a causa di una inondazione senza precedenti che ha provocato 15 vittime, e ancora prima danni ingenti (e 11 vittime) si erano registrati nell’inondazione dei territori marchigiani.

Insomma, la lista dei fenomeni climatici estremi è lunghissima, come quella delle persone che muoiono travolte dal fango o da un torrente in piena, per il troppo caldo o per le temperature gelide, negli incendi che non danno tregua.

Quanto ancora dobbiamo aspettare prima che qualcuno si accorga della tragicità della situazione e corra ai ripari?

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Fonti: Reuters /Twitter

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