Perché le inondazioni di Marche e Umbria sono collegate al caldo estremo e alla siccità: si chiama crisi climatica, non maltempo

Marche, Umbria e altre regioni del centro Italia sono piegate dalle alluvioni: lunghi periodi di siccità incrementano il rischio di inondazioni potenzialmente devastanti

420 millimetri d’acqua in due ore, la metà di quello che piove in un anno. ‘Si chiama crisi climatica, non maltempo’, scrive il movimento Fridays For Future Italia sui social. Già perché caldo torrido, siccità e inondazioni sono fenomeni collegati al dissesto idrogeologico.

Vi abbiamo raccontato tante volte che i cambiamenti climatici favoriscono gli eventi estremi: dopo un lungo periodo di siccità, per esempio, il rischio di pericolose inondazioni aumenta in quanto un terreno arido ha minore capacità di assorbire l’acqua piovana che, quindi, dilaga.

In queste ore il centro Italia è piegato in due dalle alluvioni, le regioni più colpite sono le Marche e l’Umbria dove si continuano a cercare i dispersi e cresce il numero dei morti.

In alcune zone come Serra Sant’Abbondio, Cantiano, Sassoferrato, Arcevia la situazione è gravissima per l’esondazione del torrente Sanguerone. Ma cosa sta succedendo? Appena un anno fa, abbiamo dato notizia di centinaia di morti nelle alluvioni in Germania e Belgio, adesso è il Centro Italia ad essere sommerso da bombe d’acqua. Un fenomeno che però non può essere liquidato con la parola maltempo.

La crisi climatica si fa sentire e il caldo record del 2022 ha fatto alzare la temperatura nel Mar Mediterraneo. Le piogge torrenziali, secondo i climatologi, sono dovuti proprio alla formazione di piccoli cicloni extratropicali che sono risaliti dalla Grecia verso l’Italia. In uno studio, il CNR spiega che “gli oceani sono un enorme “magazzino” per il calore in accesso generato dai gas serra. L’aumento delle temperature del mare non solo provoca gravi impatti sulla biodiversità marina e contribuisce all’innalzamento del livello del mare, ma ha conseguenze su quanto accade in atmosfera, dove avvengono i fenomeni meteorologici.

“Il mare trasferisce più calore all’atmosfera e quest’ultima non può far altro che scaricare violentemente questo surplus di energia sul territorio con piogge molto intense e venti forti. Ecco quindi che i fenomeni meteorologici possono diventare più violenti” spiega Antonello Pasini (Cnr-Iia).

In questo reel vi spieghiamo come dopo periodi di #siccità aumenta esponenzialmente il rischio di inondazioni:

 

 

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Fiumi e torrenti si sono ingrossati in pochissime ore fino ad esondare, proprio a causa della siccità, come spiega l’ Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e Tutela del territorio e delle acque irrigue sul proprio profilo social:

“Secondo l’European Drought Observatory, nella terza decade di Agosto il 25% dei territori europei era in condizione di “alert” (rosso) ed il 35% di “warning” (arancione) per le condizioni idroclimatiche. Per il Consiglio Nazionale Ricerche il 38,5% delle aree agricole irrigate in Italia è interessato da siccità severa od estrema, così come il 9,1% dei terreni agricoli non irrigati ed il 20,9% dei prati-pascoli. Secondo lo European Join Research Center (JRC-EU), il 2022 è l’anno peggiore dal 1500 a causa del binomio temperatura-siccità. In quasi tutto il Centro Italia il bilancio idrico 2022 è tra “molto” od “estremamente” secco con un deficit, che solo grazie alle ultime piogge si aggira tra il 30% ed il 40% con inevitabile impatto sugli ecosistemi”, scrive l’ANBI.

Che significa? In sintesi che più fa caldo e maggiore è il rischio di temporali violenti. Come si legge sul sito del colonello Giuliacci: “Caldo e umidità elevati contribuiscono a dare energia alle formazioni nuvolose, che poi degenerano in eventi meteo di forte intensità. Un’atmosfera eccessivamente caldo-umida è in grado di fornire tanta energia. Di conseguenza, si origina una forte spinta verso l’alto del vapore acqueo che accompagna le nubi per innescare fenomeni temporaleschi”.

“Tanta rabbia e tanto dolore per le persone, che stanno perdendo beni e soprattutto affetti familiari. Oltre a ciò, la consapevolezza che eventi meteo come quello, che sta colpendo le Marche, possono ripetersi già nelle prossime ore in altre zone d’Italia. Nessuno ora dica di non sapere, perché sono anni, che lo denunciamo in sintonia con la scienza, accrescendo l’allarme nei mesi scorsi: il territorio italiano è alla merce’ dei cambiamenti climatici e dell’estremizzazione degli eventi meteo dopo anni di mancati investimenti nella sicurezza idrogeologica dei territori”, chiosa l’ANBI.

Fonte: CNR/ ANBI

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