Moria delle api: è colpa di un parassita

Un gruppo di studiosi dell’Università di San Francisco avrebbe individuato la causa della moria delle api che ha interessato in maniera drammatica gli alveari del Nord della California nel corso degli ultimi anni. La causa della morte delle api operaie e del loro allontanamento dagli alveari sarebbe un piccolo insetto in grado di insinuarsi nel loro organismo come un parassita.

Un gruppo di studiosi dell’Università di San Francisco avrebbe individuato la causa della moria delle api che ha interessato in maniera drammatica gli alveari del Nord della California nel corso degli ultimi anni. La causa della morte delle api operaie e del loro allontanamento dagli alveari sarebbe un piccolo insetto in grado di insinuarsi nel loro organismo come un parassita.

L’insetto in questione, che risponde al nome scientifico di Apocephalus borealis, sarebbe in grado di depositare le proprie uova nell’addome delle api da miele, che si troverebbero improvvisamente disorientate ed abbandonerebbero il proprio alveare, per morire circa sette giorni dopo. Nei casi più gravi, il fenomeno può interessare interi alveari, incidendo non soltanto sull’industria alimentare, ma soprattutto sull’ecosistema e sull’equilibrio ambientale delle zone interessate più intensamente dal fenomeno.

Lo studio in questione è stato guidato da John Hafernik, professore del Dipartimento di Biologia dell’Università di San Francisco, e pubblicato sulla rivista Plos One. Da esso emerge dunque una nuova causa della moria delle api, che va ad unirsi ad altri fattori individuati in precedenza, tra cui la contaminazione degli alveari dovuta all’utilizzo dei pesticidi ed epidemie causate da muffe, funghi, virus ed altri parassiti.

Non è ancora chiaro agli studiosi se il nuovo parassita individuato possa essere l’unico imputato della morte delle api o se la sua azione contribuisca semplicemente ad esacerbare patologie già presenti negli insetti, causate dai fattori di cui sopra. Pare che la scoperta di Hafernik sia avvenuta in maniera del tutto casuale, nel momento in cui, circa tre anni fa, egli si accorse della presenza di piccoli esemplari di Apocephalus borealis attorno ad un ape rimasta senza vita. Da ogni ape morta emergerebbero in media 13 larve di mosca, pronte ad attaccare altrettante api.

L’insetto ritenuto responsabile della morte delle api era già conosciuto dagli studiosi come parassita degli esemplari della famiglia degli imenotteri, meglio noti come bombi, ma non era mai stato precedentemente associato alla moria delle api. Gli esperti hanno stabilito tale congruenza tramite le analisi del DNA dei parassiti in questione. La presenza dell’insetto-parassita interessa tutto il Nord America e si teme che l’epidemia, che finora ha interessato in maniera preponderante la California, possa estendersi in altri Stati, a causa dei frequenti spostamenti degli alveari da parte degli apicoltori. Dalla comparsa del parassita tra gli alveari, nel 2006, ad oggi, è stata registrata la distruzione annuale del 30% delle colonie di api nelle zone più colpite della California. Precedentemente, il dato era del 15% ed era legato all’utilizzo di pesticidi e ad altre malattie che colpiscono più comunemente gli alveari.

La preoccupazione per la presenza di parassiti in grado di attaccare gli alveari ha recentemente colpito anche l’Unione Europea, che si spera possa intervenire al più presto contro ogni fattore in grado di causare la moria delle api in territorio europeo, tra cui non si escludono gli effetti negativi su tali insetti generati dalla presenza di coltivazioni Ogm e di agenti tossici nell’ambiente, pesticidi in primis, in grado di minare le condizioni di salute delle abitanti degli alveari. Si rivela dunque necessario lo stanziamento di nuovi fondi in modo che la ricerca possa continuare ad occuparsi della questione per individuarne la soluzione.

Marta Albè

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