Le verdure a foglia verde contaminate da metalli pesanti diventano viola, l’ha mostrato un nuovo studio

Le verdure a foglia verde diventano viola se contaminate da cadmio, l'ha scoperto uno studio condotto dalla Purdue University

Anche se non possiamo vederle a occhio nudo, le verdure a foglia verde diventano viola se contaminate da metalli pesanti. È quanto scoperto da uno studio condotto dalla Purdue University (Indiana – Stati Uniti) che si è servito dell’imaging iperspettrale avanzato.

I ricercatori hanno scoperto questo particolare cambiamento di colore nel cavolo e nel basilico contaminato dal cadmio, un metallo pesante tossico per la salute umana e animale. Appunto la pianta, se intossicata da questa sostanza virava dal verde al viola.

È stato possibile notare tale cambiamento grazie al rilevamento iperspettrale che è molto più veloce rispetto alle tradizionali tecniche di analisi chimica. Inoltre, non richiede la distruzione della pianta da analizzare, il che consente la possibilità di studiare le piante e i fertilizzanti del suolo durante diversi stadi di sviluppo.

Il team ha inizialmente pensato che l’effetto dello stress da tossicità del cadmio sui livelli di produzione di clorofilla sarebbe stato un probabile indicatore e ha esaminato lo spettro della luce verde. Il cambiamento di colore risultante è stato molto sottile.

I ricercatori poi sono andati avanti ad analizzare altri dettagli legati allo stress della pianta, hanno scoperto così che i cambiamenti nei metaboliti dovuti alla risposta allo stress offrivano un segnale iperspettrale molto più chiaro.

Come ha dichiarato Lori Hoagland, professoressa di orticoltura e architettura del paesaggio alla Purdue University:

Guardare questi metaboliti secondari ha dato un segnale molto più forte e c’era una chiara “violacità” della pianta se osservata con le corrispondenti lunghezze d’onda degli antociani. Quindi, se il verde diminuisce e il viola aumenta, sappiamo che la pianta è stressata.

Il team ha scoperto che l’Anthocyanin Reflective Index, o ARI, è il migliore per rilevare lo stress da cadmio e ha anche sviluppato un ammendante del suolo per ridurre il livello di cadmio assorbito dalla pianta.

Il problema, come ha spiegato la dottoressa Hoagland, è che:

La contaminazione da cadmio delle piante è nota come un ‘killer silenzioso’ perché non possiamo vederlo e in genere non lo testiamo. Le piante soffrono se esposte ad alti livelli di cadmio, ma non si avvizziscono, appassiscono o muoiono. Sembrano a posto, a meno che i livelli di cadmio non siano alle stelle. Le piante contaminate riescono a raggiungere la maturità e la raccolta.

In tutto il mondo, il cadmio e altri metalli pesanti provenienti dai rifiuti e dall’inquinamento penetrano nel suolo e arrivano anche ai campi coltivati. Alti livelli di cadmio possono portare a sviluppare malattie renali, problemi alle ossa, cancro e altri problemi di salute.

È particolarmente importante mantenere livelli bassi di questo contaminante negli alimenti per bambini ma si tratta di un problema che riguarda tutta la nostra catena alimentare.

I risultati del nuovo studio sono importanti e fanno progredire il lavoro per creare un ammendante (fertilizzante che migliora le caratteristiche fisiche del suolo) che sia in grado di legarsi al metallo e proteggere le piante, migliorando la sicurezza alimentare.

Come ha spiegato la dottoressa Hoagland:

È molto difficile vedere lo stress da metalli pesanti nelle piante. Abbiamo bisogno di nuovi strumenti per questo. Se possiamo vederlo rapidamente e misurarlo con precisione mentre le piante crescono, saremo in grado di sviluppare meglio gli ammendanti del suolo che sequestrino i metalli nocivi, oltre a identificare la contaminazione prima che raggiunga i nostri piatti. Il nostro l’obiettivo è poter avere droni che sorvolano i campi e rilevano lo stress delle piante da cadmio, piombo e arsenico.

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Fonte: Purdue UniversityEnvironmental Pollution

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