Gli iconici pini simbolo di Roma sono seriamente in pericolo, minacciati da questo parassita (e non solo)

Come sarebbe la capitale senza i suoi maestosi pini? Difficile anche solo provare a immaginarlo, dato che da sempre sono protagonisti del paesaggio della capitale. Eppure per questi alberi sopravvivere è diventato sempre più complicato per più di un motivo

“Come i pini di Roma, la vita non li spezza” cantava Antonello Venditti nella sua popolarissima canzone “Notte prima degli esami”. A spezzare gli iconici alberi della capitale, però, ci sta pensando un temuto parassita, oltre che la mancanza di interventi adeguati di manutenzione: un mix che si sta rivelando letale per questi alleati contro lo smog e il caldo.

Da mesi gli abbattimenti stanno interessando centinaia di esemplari sia lungo le strade che nei parchi, da Villa Pamphilij a Villa Borghese. Per salvare i pini dalle motoseghe si sono mobilitati anche cittadini e ambientalisti, organizzando diverse manifestazioni di protesta. Una delle ultime, a cui hanno aderito una cinquantina di associazioni, si è svolta nella centralissima Piazza San Marco, dove è stato lanciato un appello alle istituzioni capitoline per fermare la strage di alberi.

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La questione dei pini di Roma ha attirato persino l’attenzione del prestigioso New York Times, che in reportage pubblicato di recente ha voluto raccontare la reazione dei residenti alla mattanza verde.

Le principali minacce dei pini della capitale

Da secoli i pini sono parte integrante del paesaggio della capitale. La loro presenza ha ispirato poeti, compositori e pittori. Sono riusciti a resistere a lungo a intemperie di vario tipo. Da una decina di anni, però, devono fare i conti con la cocciniglia tartaruga del pino (il cui nome scientifico è  Toumeyella parvicornis), un parassita altamente adattabile.

Questo insetto alieno, originario del Nord America, attacca gli alberi, portando ad una riduzione della fotosintesi e alla perdita degli aghi, fino a provocarne la morte.

Il parassita non è l’unico motivo che porta alla soluzione estrema degli abbattimenti dei pini. In altri casi i pini vengono tagliati per motivi di sicurezza pubblica, specialmente a seguito di forti tempeste che li rendono pericolanti. Il problema principale, in realtà, sarebbe la mancanza di cure e manutenzione adeguate, che se effettuate in tempo avrebbero potuto scongiurare il decesso di numerosi pini.

Col pretesto della caduta massiccia di alberi dovuta a fenomeni naturali (vedi Milano) o patologici si stanno operando abbattimenti diffusi e importanti di alberi storici a Roma e in altre città di grande rlievo. Decisioni spesso affrettate assunte senza approfondire le cause e quindi i rimedi possibili – denuncia la rete di associazioni ambientaliste (di cui fanno parte Italia Nostra Roma, Coordinamento Difendiamo i Pini di Roma, Comitato Villa Gori e Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio) che stanno animando la protesta in difesa dei pini. – Le motoseghe non possono essere la cura per proteggere il patrimonio storico e botanico di Roma. Dov’è un piano per restituire a Roma i suoi pini storici e ripristinare la sue pinete decimate?

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Le associazioni hanno lanciato un appello, chiedendo – fra le altre cose –  l’istituzione di un Garante in difesa dei pini, formato da esperti botanici e del paesaggio e la ripresa immediata delle endoterapie.

A seguito della pioggia di critiche rivolte all’amministrazione capitolina per la gestione del verde urbano, l’Assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi ha chiarito che a fronte degli abbattimenti, il comune di Roma sta provvedendo ad un piano di ripopolamento dei pini.

Abbiamo fatto un’indagine di mercato per trovare 50/60 pini di medie dimensioni (per evitare che la Toumeyella possa attaccarli) da posizionare nell’area centrale di Roma. – fa sapere Alfonsi – I pini sono uno dei simboli della Capitale, indispensabili sia a livello paesaggistico che per il piano di adattamento climatico e per ripopolare le zone di Roma con più isole di calore, come la zona est, che è quella più inquinata. Ad ogni modo, qualunque pianta non potrà essere messa a dimora prima di ottobre, perché ora fa troppo caldo.

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Fonti: Coordinamento Difendiamo i Pini di Roma/Comune di Roma 

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