La miniera che mette a rischio l’acqua per 10 milioni di peruviani

Un progetto minerario che potrebbe mettere a rischio l’approvvigionamento idrico di Lima, per questo due membri del congresso peruviano e l'ONG CooperAcción hanno richiesto un provvedimento cautelare per impedirlo.

Un progetto minerario che potrebbe mettere a rischio l’approvvigionamento idrico di Lima, per questo due membri del congresso peruviano e l’ONG CooperAcción hanno richiesto un provvedimento cautelare per impedirlo.

C’è un alto rischio che i rifiuti tossici della miniera possano contaminare l’acqua di Lima, una città abitata da circa 10 milioni di persone. La miniera di Ariana è, infatti, un deposito di rame, zinco, oro e argento che si trova a circa 4500 metri sul livello del mare nella provincia di Yauli, nella regione centrale di Junín, al confine con Lima.

Con questo nuovo progetto minerario e la costruzione di un nuovo tunnel, si teme che i rifiuti della miniera finiscano nelle condotte che arrivano al lago Marcapomacocha che rifornisce numerosi bacini idrici. In una conferenza stampa, lunedì scorso, sono state annunciate azioni legali per bloccare il progetto minerario che avrebbe un altissimo impatto a livello ambientale.

“Ora l’acqua è minacciata dalla presenza della miniera. Gli sterili si trovano sul lato di questo tunnel, che fornisce acqua a più di 10 milioni di peruviani”, ha detto Marisa Glave, membro del Congresso che insieme a Katya Gilvonio sta portando avanti la battaglia.

Gli sterili sono un insieme di rifiuti tossici derivanti da processi di concentrazione minerale, solitamente costituiti da una miscela di rocce macinate, acqua e minerali con concentrazioni di metalli pesanti come rame, piombo, mercurio e metalloidi come l’ arsenico. Poiché lo smaltimento è elevato, le società minerarie spesso geolocalizzano lo scarico vicino all’impianto, riducendo al minimo i costi di trasporto e riutilizzando l’acqua contenuta.

Per questo, secondo Glave lo studio sull’impatto ambientale non avrebbe valutato tutti i dettagli e neanche la preoccupazioni di Enel che gestisce gli impianti idroelettrici della zona, né quelle di Sedapal, il servizio idrico e fognario di Lima che fornisce acqua alla capitale.

“Per questi motivi il progetto non può essere mantenuto e il Ministero dell’Energia e delle Miniere ha commesso un grave errore nel concedere l’autorizzazione . Chiediamo un nuovo studio sull’impatto ambientale “, ha aggiunto.

Da parte sua, Gilvonio ha sottolineato che il tunnel trans-andino è costruito in una zona umida e che è “altamente sismica, il che provocherebbe perdite di acqua acida”.

Secondo i due membri del congresso, quindi, non sarebbero state fatte indagini adeguate.
Da parte sua, l’avvocato Juan Carlos Ruiz ha ricordato che la compagnia mineraria Southern Peaks, responsabile della concessione mineraria di Ariana, ha una cattiva reputazione a Quiruvilca, dove “ha prodotto livelli elevati di inquinamento nelle acque”.

Southern Peaks Mining prevede di iniziare l’attività mineraria alla fine del primo trimestre del 2020 con un impianto di trasformazione la cui capacità iniziale sarà di 2mila tonnellate di minerale al giorno, per poi passare nel 2021 alle 3mila tonnellate.

Leggi anche:

Dominella Trunfio

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook