Corsa contro il tempo per il lago dell’ex Snia, nel cuore di Roma: l’iter per la valorizzazione del patrimonio è bloccato

L'iter del Decreto presidenziale è stato bloccato dalla Regione Lazio 'per una ignobile e irricevibile intimidazione di un privato, con il rischio concreto di vanificare per la città di Roma questo importante obiettivo pubblico, per la salvaguardia della natura e il riconoscimento di un patrimonio storico unico'

Vi ricordate dell’annuncio fatto dalla Regione Lazio per l’ampliamento del Monumento naturale del lago della ex fabbrica Snia? Secondo Nicola Zingaretti, l’ampliamento sarebbe stato il raggiungimento di un obiettivo importante portato avanti da Regione Lazio, Roma Natura e in collaborazione con il Comune di Roma. Ma come denuncia la rete Lago eX Snia, l’iter del Decreto presidenziale è stato bloccato dalla Regione Lazio, da luglio ad oggi, ‘per una ignobile e irricevibile intimidazione di un privato, con il rischio concreto di vanificare per la città di Roma questo importante obiettivo pubblico, per la salvaguardia della natura e il riconoscimento di un patrimonio storico unico’.

La cronistoria di questo Lago Bullicante eX Snia e dell’odissea che si sta perpetrando, la racconta sul proprio profilo Facebook la giornalista Ylenia Sina che sottolinea che sebbene secondo la Regione l’istruttoria stia proseguendo regolarmente, il procedimento è in bilico.

Per chi non ne conosce la giornalista la riassume così:

“A Roma c’è un lago nato all’inizio degli anni ’90 dagli scavi di un cantiere all’interno di un’ex area industriale. La presenza dell’acqua non solo ha bloccato la costruzione del centro commerciale, ma ha anche favorito la rinaturalizzazione selvatica dell’area dando vita a un ecosistema molto ricco in quanto a biodiversità. Praticamente il progetto di rigenerazione urbana più prezioso di Roma, considerato che l’area in cui sorge è talmente urbanizzata da non avere gli standard minimi di verde per abitante e considerata l’urgente necessità di adattamento ai cambiamenti climatici del quadrante cittadino. Gli abitanti l’hanno capito da tempo e da trent’anni si battono per evitare la ri-cementificazione dell’area, tentata più volte con vari progetti dal proprietario costruttore. Tra gli obiettivi raggiunti dai cittadini, c’è l’apertura al pubblico della parte già espropriata e l’istituzione, nel 2020, di un Monumento naturale”

E continua:

E qui inizia la storia che sto per raccontare: al momento dell’istituzione del Monumento la Regione Lazio ha preferito escludere la porzione privata dell’area sulla quale sorgono i ruderi dell’ex fabbrica, di proprietà di uno storico costruttore romano, temendo ricorsi. Nel decreto di istituzione si prevedeva però che Roma Natura, l’ente regionale che oggi ha in gestione il monumento, avrebbe potuto proporre entro un anno l’ampliamento dando vita a un’ulteriore istruttoria.

Roma Natura fa la proposta, la Regione Lazio dà il via libera, il mese precedente le ruspe del proprietario avevano distrutto la vegetazione, da lì il Comune di Roma aveva già avanzato una segnalazione per danno ambientale. Ma tornando al decreto l’avvio del procedimento viene reso noto il 16 giugno 2022. Da quel giorno sono scattati i 30 giorni per la presentazione delle osservazioni. Termine: 13 luglio 2022. La giornalista Sina continua nel suo racconto:

Secondo quanto riporta un’interrogazione depositata il 14 ottobre dai consiglieri Marco Cacciatore e Marta Bonafoni (pubblicata sulla pagina Facebook del consigliere) il proprietario dell’area, la società Ponente 1978 srl “ha presentato osservazioni acquisite al protocollo regionale in data 29 luglio 2022, sembrerebbe oltre i termini prestabiliti”. Osservazioni “tese a dimostrare che l’ampliamento del Monumento Naturale non ha fondatezza scientifica”. Una parte del testo di queste osservazioni viene riportata integralmente e, tra le altre cose, si legge che i proprietari avrebbero ottenuto la documentazione dalla Regione solo il 14 luglio. Nell’interrogazione i consiglieri chiedono a Zingaretti e all’assessora all’Ambiente Roberta Lombardi, che pur non essendosi mai spesa pubblicamente sta seguendo da tempo questa vicenda essendo di sua competenza, come intende operare la Giunta “per dare seguito alla proposta”, “quali sono le tempistiche” e “se le tutte le osservazioni siano state depositate nei termini.

Alla giornalista la Regione Lazio risponde così:

L’iter per l’allargamento del monumento naturale dell’eX Snia a Roma non si è assolutamente fermato. L’istruttoria sta proseguendo regolarmente con i tempi e le modalità previste. La Regione Lazio ha messo a disposizione dei consiglieri tutta la documentazione richiesta, come ad ogni altro interlocutore interessato alla vicenda ai sensi della normativa vigente.
Nonostante ci si stia avviando verso la chiusura della legislatura, l’intenzione della Giunta regionale resta quella di chiudere l’istruttoria nei tempi che ci consentano al meglio di valutare la proposta oggetto del decreto di ampliamento avvalendosi anche del supporto scientifico di ISPRA

In pratica, nonostante una prima istruttoria fosse già stata conclusa portando Zingaretti a firmare la proposta di decreto, oggi si sta chiedendo all’Ispra una valutazione aggiuntiva. Una precauzione che, secondo quanto mi è stato riferito, gli uffici regionali preferiscono prendere per paura di un possibile ricorso, ipotizzato dalla stessa società proprietaria che nelle già citate osservazioni scrive:

“Si invita e per quanto occorrer possa si diffida codesta amministrazione ad archiviare il procedimento” e “a rivedere l’istruttoria alla luce di quanto sino ad ora prodotto e non considerato, avvisando che, in difetto, la scrivente procederà avanti a tutte le sedi competenti” per il ristoro dei danni e per vagliare la “liceità del comportamento tenuto da codesta Amministrazione e dal responsabile del procedimento”.

“L’obiettivo raggiunto” il 4 maggio del 2021 è a rischio, nonostante le rassicurazioni della Regione. Nicola Zingaretti ha già detto che, una volta approvato il collegato al bilancio, si dimetterà. Potrebbe avvenire prima della fine di ottobre. Fonti ben informate hanno spiegato che i poteri del presidente verranno assunti dal suo vice e che quindi per mettere la firma sul decreto c’è teoricamente tempo fino a febbraio. Altre fonti ben informate, però, hanno sottolineato che prima di tornare sulla scrivania del presidente per la firma definitiva il decreto dovrebbe passare per la commissione Ambiente per un parere che, seppur non vincolante, va rilasciato. I tempi, quindi, potrebbero non esserci e l’intero provvedimento potrebbe saltare per sempre lasciando l’area con una tutela in meno di fronte a possibili nuove ri-cementificazioni future mascherate da rigenerazione urbana”.

Per questo motivo la rete Lago eX Snia annuncia che dall’assemblea alla Casa del Parco delle Energie, per sbloccare e chiudere il procedimento per la tutela ambientale del eX Snia prima delle dimissioni di Zingaretti, si è deciso di lanciare una mobilitazione permanente sul territorio e una manifestazione fuori la sede del Consiglio regionale alla Pisana, per giovedì 27 ottobre alle ore 10.

Fonte: Ylenia Sina/Facebook

Fonte: Lago exSnia

Noi di greenMe abbiamo seguito la vicenda dall’inizio, per approfondire leggi qui:

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