Inquinamento da plastica: un trattato globale potrebbe essere la soluzione? D’accordo 9 persone su 10

Serve urgentemente un trattato globale sulla plastica se vogliamo davvero salvare il Pianeta: a essere d'accordo è il 90% delle persone intervistate in 28 Paesi del mondo

L’inquinamento da plastica è una delle minacce più grandi per il nostro Pianeta, ma anche per la nostra salute (se consideriamo la questione delle microplastiche che finiscono ormai praticamente ovunque). Come combatterlo in maniera efficace? La soluzione potrebbe essere un trattato globale sulla plastica. Sono sempre di più le persone a favore di questa misura, come rivela un nuovo sondaggio commissionato dal WFF e dalla Plastic Free Foundation e condotto in 28 Paesi del mondo.

Circa il 90% dei soggetti intervistati si è detto a favore di un trattato mondiale per contrastare questo pericolo, mentre l’85% ritiene che i produttore e i rivenditori dovrebbero essere ritenuti responsabili del fine vita degli imballaggi in plastica.

I risultati del sondaggio

L’indagine in questione, commissionata all’Ipsos (multinazionale di ricerche di mercato e consulenza), si è concentrata su oltre 20.000 cittadini tra i 17 e i 74 anni, che sono stati intervistati alla fine dello scorso anno. È il primo sondaggio completo, condotto a livello mondiale, sulla necessità di un trattato per affrontare l’inquinamento da plastica e i suoi risultati potrebbero aiutare a definire il percorso da intraprendere per porre fine all’inquinamento da plastica entro il 2030.

L’esito dell’indagine parla chiaro: i popoli di tutto il mondo sono preoccupati dell’invasione della plastica. I Paesi dell’America Latina sono risultati i più sensibili alla causa: il 93% degli intervistati ha riconosciuto l’importanza di un trattato globale sulla plastica, seguiti dai cittadini europei coinvolti dall’indagine e quelli dell’area asiatica del Pacifico. La percentuale di persone che pensano che un trattato sia importante è più alta in Messico (96%), Cina (95%) e Perù (95%).

La crisi della plastica minaccia di sfuggirci di mano ed è giunto il momento che i governi di tutto il mondo se ne facciano carico proponendo una loro leadership – sottolinea Marco Lambertini, Direttore Generale WWF International. – Migliaia di cittadini nel mondo hanno espresso la propria opinione. L’onere e l’opportunità spetta ora ai governi: adottare un Trattato globale sulla plastica – che sia legalmente vincolante e stabilisca regole e regolamenti globali che affrontino l’intero ciclo di vita della plastica – in modo da poter eliminare l’inquinamento da plastica nell’ambiente entro il 2030. Non possiamo permetterci nulla meno.

La posizione degli italiani

E in Italia? Il nostro Paese si piazza al sesto posto con il 94% degli intervistati a favore. Inoltre, circa tre quarti delle persone intervistate crede che la plastica monouso debba essere bandita il prima possibile, mentre l’82% afferma di voler comprare il meno possibile imballaggi e prodotti in plastica.

In Italia è entrata in vigore recentemente la Direttiva SUP sulla plastica monouso, tuttavia sono troppe le deroghe contenute nella nostra normativa, come ha evidenziato anche la Commissione Europea.

 Chiediamo innanzitutto che il Governo corregga al più presto le disposizioni introdotte nella normativa italiana che sono in contrasto con la direttiva comunitaria SUP, rafforzando, come chiesto dalla Commissione Europea, le misure che disincentivano il monouso e sostengono il ricorso a imballaggi riutilizzabili. – invoca il WWF –  Auspichiamo infine che, dopo gli ultimi, attesi passaggi tra Camera e Senato, sia approvata al più presto la Legge Salvamare che: classifica i rifiuti accidentalmente pescati come rifiuti solidi urbani (facilitando il conferimento a terra e il loro smaltimento), favorisce l’economia circolare e rafforza la collaborazione tra istituzioni e società civile nell’organizzazione di campagne di pulizia e di sensibilizzazione.

Leggi anche: Plastica monouso: l’Italia rischia l’infrazione per le deroghe sui prodotti in bioplastica e compostabili

Imballaggi in plastica: le responsabilità dei produttori e rivenditori

Come anticipato, dal sondaggio realizzato qualche mese fa è merso che l’85% degli intervistati desidera che produttori e rivenditori siano ritenuti responsabili della riduzione, del riutilizzo e del riciclo degli imballaggi di plastica. Tali richieste sono in linea con un approccio che guarda all’intero ciclo di vita di questo materiale inquinante.

Perù e Ruanda hanno proposto agli Stati membri delle Nazioni Unite di prendere in considerazione questa analisi prima dei negoziati previsti dal 21 in ambito UNEA e nel 1-2 marzo a conclusione della sessione di alto livello dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente. – ricorda il WWF – A seguito di una crescente attenzione alla questione dell’inquinamento da plastica iniziata all’UNEA nel 2014, 156 nazioni, o tre quarti degli Stati membri delle Nazioni Unite, hanno ora espresso pubblicamente sostegno per un trattato globale sulla plastica.

Trattato globale sulla plastica: la petizione

Insomma, il trattato globale sulla plastica potrebbe essere una soluzione, o comunque un buon di partenza per combattere il problema. Oltre 2 milioni di persone in tutto il mondo hanno già firmato la petizione lanciata dal WWF per chiedere il trattato. Inoltre, oltre 100 aziende e più di 700 organizzazioni hanno sostenuto la richiesta.

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Fonte: WWF

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