In Italia si commettono 84 reati al giorno contro ambiente e animali (e la provincia più colpita non si trova al Sud) 

Non si arrestano le aggressioni criminali alla natura e agli animali, anzi il numero dei reati ambientali - dall'abusivismo edilizio ai roghi dolosi - commessi in Italia è in aumento. Il nuovo report Ecomafia di Legambiente mostra come la criminalità sta devastando silenziosamente gli ecosistemi del Bel Paese, mettendo a rischio anche la nostra salute e sicurezza

La criminalità allunga la sua mano su tutto. E ci sono settori in cui si insinua sempre più spesso, uno fra tutti quello ambientale. I numeri, purtroppo, indicano un trend preoccupante. Nel 2022 si è assistito ad una crescita (dello +0,3% rispetto all’anno precedente)dei reati contro l’ambiente e gli animali, che sono stati ben 30.686. Praticamente 84 illeciti al giorno, 3,5 ogni ora. A restituirci questa angosciante fotografia il nuovo report Ecomafia, realizzato da Legambiente ed edito da Edizioni Ambiente.

Ad essere in aumento anche gli illeciti amministrativi che toccano quota 67.030 (con una crescita  del +13,1%). Se sommati ai reati, le violazioni delle norme poste a tutela dell’ambiente sfiorano quota 100.000 (ben 268 al giorno, 11 ogni ora).

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I reati più frequenti nel 2022

Per quanto riguarda le filiere che hanno fatto più gola alla criminalità organizzata, ai primi tre posti troviamo:

  • ciclo illegale del cemento
  • fauna
  • ciclo dei rifiuti
ecomafia2023

@Legambiente

Come emerge dal report, il maggior numero di illeciti riguarda il cemento illegale, quindi dall’abusivismo edilizio agli appalti: ammontano a 12.216, pari al 39,8% del totale, con una crescita di ben +28,7% rispetto al 2021.

Aumentano del 26,5% pure le persone denunciate (ben 12.430), del 97% le ordinanze di custodia cautelare, che sono state 65, addirittura del 298,5% il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative, per oltre 211 milioni di euro. Viene stimato in crescita, da 1,8 a 2 miliardi di euro, anche il business dell’abusivismo edilizio.

A seguire si piazzano i reati contro la fauna con 6.481 illeciti penali (+4,3% rispetto al 2021) e 5.486 persone denunciate (+7,6%). Invece, scende al terzo posto il ciclo illegale dei rifiuti con una riduzione sia del numero di illeciti penali, 5.606, (−33,8%), sia delle persone denunciate (6.087, −41%), ma aumentano le inchieste in cui viene contestata l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (268 contro le 151 del 2021). Lievita pure il numero degli illeciti amministrativi (10.591, +21,4%) e in misura leggermente minore le sanzioni, che sono state 10.358, pari al +16,2%.

Al quarto posto troviamo un’altra nota dolente: quella degli incendi. I reati legati a roghi dolosi, colposi e generici hanno toccato quota 5.207, con una riduzione del – 3,3%). In aumento i controlli, le persone denunciate (768, una media di oltre due al giorno, +16,7%) e i sequestri (122, con un +14%).

Nel settore agroalimentare, invece, gli illeciti amministrativi e i reati accertati da forze dell’ordine e Capitanerie di porto sono stati 41.305 reati. Capitolo a sé quello dell’archeomafia, dove si sono registrati 404 furti d’arte.

Infine, a destare grande preoccupazione è la piaga della corruzione ambientale (dal 1° agosto 2022 al 30 aprile 2023 Legambiente ha censito ben 58 inchieste su fenomeni di corruzione connessi ad attività con impatto ambientale), il numero dei Comuni sciolti per mafia (22 quelli analizzati nel report) e la crescita dei clan mafiosi: dal 1994 ad oggi sono 375 quelli censiti da Legambiente.

Maglia nera per tre Regioni del Sud, ma la provincia più colpita si trova al Centro

Maglia nerissima per la Campania, che anche nel report 2023 si conferma al primo posto per numero di reati contro l’ambiente (ben 4.020, pari al 13,1% del totale nazionale), persone denunciate (3.358), sequestri effettuati (995) e sanzioni amministrative comminate (10.011). A seguire troviamo  la Puglia, che sale di una posizione rispetto al 2021, con 3.054 reati.

Al terzo posto si piazza la Sicilia, con 2.905 reati ambientali. Sale, invece, al quarto posto il Lazio (2.642 reati) – superando la Calabria – mentre la Lombardia, sesta con 2.141 infrazioni penali e prima regione del Nord, “scavalca” la Toscana, in settima posizione.

Balzo in avanti dell’Emilia-Romagna, che passa dal dodicesimo all’ottavo posto, con 1.468 reati (circa il 35% in più rispetto al 2021). A livello provinciale, Roma con 1.315 illeciti si conferma quella con più reati ambientali. Tra le new entry si segnala la provincia di Livorno, nona in graduatoria, con 565 infrazioni.

E la provincia in cui il numero di attività illecite contro l’ambiente e la fauna è più elevato? Anche per quest’anno a livello provinciale, è Roma  – con 1.315 illeciti – a distinguersi negativamente. Tra le new entry si segnala la provincia di Livorno, nona in graduatoria, con 565 infrazioni.

Mai come in questo momento storico – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – si devono alzare le antenne per scovare inquinatori ed ecomafiosi. E bisogna farlo presto, dentro e fuori i confini nazionali, perché stiamo entrando nella fase operativa del PNRR. L’Italia può e deve svolgere un ruolo importante perché la transizione ecologica sia pulita anche nella fedina penale, come prevede l’aggiornamento della direttiva sulla tutela dell’ambiente, da approvare entro la fine della legislatura europea.

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Fonte: Legambiente 

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