Abbiamo le prove che festival musicali hanno un impatto devastante sui pipistrelli, dimezzandone la popolazione

Una nuova ricerca mostra le prove dell'impatto negativo dei festival musicali sui pipistrelli: la musica ad alto volume arriva a dimezzare le loro attività

Come influisce la musica dei concerti all’aperto con la fauna selvatica? Un tema questo che ogni estate, quando le manifestazioni all’aperto aumentano, torna ad essere dibattuto. Ora arriva una conferma sugli effetti collaterali della musica ad alto volume su un animale notturno come il pipistrello.

I ricercatori dell’University of the West of England (UWE Bristol) hanno recentemente presentato le prove che dimostrano l’impatto negativo dei festival musicali sull’attività dei pipistrelli. Le loro scoperte rivelano che la musica ad alto volume può disturbare significativamente diverse specie selvatiche.

Questi risultati, pubblicati sulla rivista “Ecological Solutions and Evidence” della British Ecological Society, mostrano come la sola riproduzione di musica ad alto volume, senza considerare altri fattori antropici come l’illuminazione o il disturbo dell’habitat, possa disturbare vari tipi di pipistrelli.

Ad esempio, le specie Nyctalus/Eptesicus hanno mostrato un calo del 47% nell’attività notturna lungo i margini dei boschi esposti alla musica ad alto volume. Anche le specie più tolleranti di P. pipistrellus hanno avuto una riduzione del 32% della loro attività durante i periodi dedicati ai festival musicali.

I pipistrelli dipendono dai suoni per la loro sopravvivenza: grazie ad essi, infatti, raccolgono importanti informazioni ambientali per molti aspetti della loro vita come l’orientamento, l’accoppiamento, la difesa dai predatori e la ricerca del cibo. La musica ad alto volume interrompe la capacità di questi mammiferi di riconoscere i segnali acustici naturali del loro habitat, danneggiandoli notevolmente.

L’esperimento

Per valutare l’impatto della musica ad alto volume sui pipistrelli, gli autori hanno condotto un esperimento in 10 siti delle regioni sud-occidentali dell’Inghilterra e del Galles meridionale tra agosto e settembre 2021. Queste zone sono state selezionate per somigliare ai luoghi in cui si tengono i festival musicali nel Regno Unito. In ogni sito, sono state condotte due notti di osservazione: una notte tranquilla (controllo) e una notte con musica ad alto volume a 100 dB, simile ai livelli sonori dei festival musicali.

Sono state utilizzate cinque canzoni rappresentative di diversi generi musicali, unite in un medley musicale di dieci minuti. Dopo l’alba, il rumore è stato alternato tra il medley musicale (volume medio 98,74 dB) e dieci minuti di rumore di fondo ambientale (volume medio 42,82 dB). L’attività dei pipistrelli è stata registrata ai margini del bosco, a circa 2 metri dagli altoparlanti, e a distanze maggiori di 20 e 40 metri per studiare l’impatto del disturbo acustico a varie distanze e volumi.

festival musicali pipistrelli

©UWE Bristol

Le possibili soluzioni

Il dottor Jack Hooker, autore dello studio e ricercatore alla UWE Bristol, ha evidenziato l’importanza di utilizzare queste nuove prove per mettere a punto delle politiche che possano proteggere la fauna locale dal disturbo acustico umano:

Dato che i festival musicali sono diventati onnipresenti nel Regno Unito e si tengono sempre più spesso in luoghi importanti per la fauna selvatica locale, è imperativo che le linee guida relative alla loro pianificazione e realizzazione siano basate su dati concreti e proteggano pienamente la biodiversità locale da qualsiasi potenziale impatto negativo, se vogliamo condividere questi habitat con la fauna selvatica in modo sostenibile.

La dottoressa Emma Stone, docente presso il Milner Centre for Evolution dell’Università di Bath, ha suggerito delle possibili soluzioni al problema:

I festival musicali influenzano indubbiamente l’attività dei pipistrelli, ma l’adozione di misure semplici e adeguate, come la messa a disposizione di siepi silenziose, potrebbe davvero fare la differenza nel ridurre gli impatti negativi.

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Fonte: UWE Bristol

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