Possibile vivere in un mondo senza gas? Le tecnologie che ad oggi abbiamo a disposizione bastano a realizzare un nuovo modello energetico libero dai combustibili fossili? Certo che sì: è necessario solo un cambiamento di prospettiva. Ce lo dice chiaramente Sergio Ferraris, da anni impegnato nella comunicazione in materia di energia e ambiente, nel suo “Vivere felici senza gas”, un preziosissimo vademecum su come trasformarci da soggetti passivi a cittadini attivi e autosufficienti
Pompe di calore, fotovoltaico, biomasse, accumulo e solare termico: le alternative ai combustibili fossili ci sono, bisogna solo metterle in pratica. Ma come? Semplicemente rendendoci conto che, per uscire dalla dipendenza dal gas, possiamo (dobbiamo) partire dalle nostre case.
È questo l’assunto dal quale prende le mosse “Vivere felici senza gas – Le alternative ecologiche per decarbonizzare la propria vita e tagliare le bollette”, l’ultimo volume scritto da Sergio Ferraris, Direttore di QualEnergia e di Nextville, per Terra Nuova Edizioni (prefazione di Gabriele Bindi).
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Dodici capitoli che ci trasportano dall’idea di Italia quale uno dei Paesi con la più alta dipendenza energetica a quella di una urgenza concreta di puntare piuttosto a una produzione energetica dal basso e a una sostanziale autonomia energetica. Il libro, inoltre, offre interessanti proposte e soluzioni alla portata di tutti, per ridurre il peso crescente che il gas rappresenta per l’ambiente e le nostre tasche.
“Vivere felici senza gas” è possibile?
Sergio Ferraris ci porta per mano in quel necessario cambio di prospettiva che tutti dovremmo prima o poi compiere dando un “peso alle nostre scelte”, come lui stesso afferma nel primo capitolo del volume, se vogliamo garantire a noi e soprattutto alle generazioni future vantaggi economici e sociali e frenare nel contempo la deriva della crisi climatica.
Le ultime analisi dell’IPPC (Gruppo Intergovernativo sul cambiamento climatico) e della IEA (Agenzia internazionale dell’energia) affermano che la finestra utile per contenere l’aumento di temperatura entro 1,5 °C al 2100 scade nel 2030, mentre la concentrazione di CO2 e le emissioni annuali continuano a crescere – scrive Ferraris nell’introduzione. Si tratta di una crisi sulla quale è necessario intervenire. Ora, subito. Perché, come ben sa chiunque si occupi d’energia e infrastrutture energetiche, i “cicli energetici” durano minimo venticinque anni, ragione per la quale le scelte fatte oggi in direzione delle fossili produrranno CO2 per i prossimi decenni, cosa confermata dai dati di scenario che spesso si tende a non mettere assieme.
Come cambiare la rotta?
Innanzitutto partendo dalla corretta informazione e dalla consapevolezza che i cambiamenti climatici oggi riguardano sì zone come gli Oceani, la Groenlandia, l’Antartide o la Siberia, per dirne alcune, ma che le conseguenze sociali si manifestano tutte le latitudini, dalle zone più povere dell’Africa alle grandi e ricche metropoli come Roma, New York e Tokyo.
Già renderci conto che siamo parte e causa del problema aiuta in qualche modo a risolverlo. Dall’impronta ecologica, a quella di carbonio a quella idrica: se cominciassimo a mettere in conto ognuno di questi punti, avremmo l’occasione buona per valutare l’influenza delle nostre scelte di consumo e di vita sul Pianeta. E cambiare prospettiva.
In tutto questo è ovvio che vengono in nostro aiuto le tecnologie che oggi abbiamo a disposizione, che possono contribuire concretamente a realizzare un nuovo modello energetico libero dal gas e da tutti gli altri combustibili fossili.
Sergio Ferraris affronta così, sin dai loro albori, tutte le questioni climatiche e scientifiche in fatto di energia, per renderci evidente una volta per tutte come pompe di calore, geotermia a bassa entalpia, efficienza energetica, fotovoltaico, biomasse, accumulo e solare termico, siano strumenti che possono benissimo essere utilizzati nelle nostre case per uscire dalla dipendenza dal gas. Basta solo conoscerli.
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