Cos’è successo nella centrale idroelettrica di Bargi? L’ipotesi dell’esperto: “forse un cortocircuito”

Restano tutte da accertare le cause che hanno portato all’esplosione della centrale di Bargi. L’ipotesi più accreditata è un cortocircuito nell’alimentatore

L’incidente nella centrale idroelettrica di Bargi che ha portato alla morte di tre persone e con ancora quattro lavoratori che risultano dispersi ha scosso non solo la comunità locale, ma ha sollevato domande e preoccupazioni su scala nazionale. Per questo gli esperti si sono mobilitati per individuare le possibili cause di un evento così devastante.

Secondo il professor Francesco Ballio, esperto di idraulica al Politecnico di Milano intervistato da Il Fatto Quotidiano, l’ipotesi più plausibile al momento è quella di un cortocircuito nell’alimentatore.

Sebbene gli impianti idroelettrici siano considerati tra i più sicuri, con nessun precedente di incidenti simili in Italia grazie all’assenza di combustibili e uno solo al mondo (in Russia, ma a causa del crollo del tetto), l’esplosione a Bargi ha dato vita ad interrogativi sulla sua origine e sulle sue implicazioni.

Come già vi abbiamo spiegato, il funzionamento dell’impianto è come un processo che sfrutta l’acqua per generare energia meccanica ed elettrica, senza l’uso di combustibili, il che rende teoricamente l’impianto molto sicuro. Tuttavia un cortocircuito nell’alimentatore potrebbe aver generato un’onda d’urto e un calore eccessivo, innescando un incendio che ha causato danni irreparabili (ed in che modo è tutto da capire ancora).

L’impianto potrebbe tornare in funzione tra mesi, se non anni

Le indagini sono ancora in corso e gli esperti si trovano di fronte a una serie di domande senza risposta. Non è chiaro se l’allagamento sia stato causato dall’esplosione o se sia avvenuto successivamente e ciò potrebbe influenzare la comprensione dell’evento e delle sue conseguenze.

In ogni caso, l’ipotesi di un guasto elettrico dovuto all’acqua o a altri motivi non può essere esclusa anche se è meno possibile. Quanto al ritorno in funzione dell’impianto, si prevede un lungo processo di valutazione dei danni e di riparazione, che potrebbe richiedere mesi, se non anni. Bisognerà valutare la possibilità di danni alle turbine degli altri gruppi nonché i danni provocati dall’allagamento.

Nonostante l’importanza strategica della centrale di Bargi nella rete nazionale, comunque, il suo fermo non dovrebbe causare problemi significativi, data la resilienza e la sovrabbondanza della rete elettrica italiana. Quello di Bargi è uno dei dieci più grossi in Italia, ma produce una frazione molto piccola dell’energia totale messa in rete.

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