Dal Forni al Miage, ghiacciai italiani in ritirata: il confronto tra ieri e oggi è davvero impressionante

Il rapporto di Greenpeace Italia e del Comitato Glaciologico Italiano ha analizzato il cambiamento del Ghiacciaio dei Forni e del Ghiacciaio del Miage dalla fine dell’Ottocento a oggi

Ciò che emerge dal rapporto “Giganti in ritirata: gli effetti della crisi climatica sui ghiacciai italiani” pubblicato da Greenpeace Italia e il Comitato Glaciologico Italiano (CGI) è un quadro sconvolgente e allarmante che fa ben capire gli effetti dei cambiamenti climatici.

Lo studio è frutto di due spedizioni congiunte effettuate tra la fine di agosto e l’inizio di settembre 2023 su due dei più estesi ed emblematici ghiacciai alpini italiani: il Ghiacciaio dei Forni, in Alta Valtellina nel Parco Nazionale dello Stelvio, e il Ghiacciaio del Miage, che si trova nel versante italiano del massiccio del Monte Bianco in Valle d’Aosta.

Il confronto tra la fine dell’Ottocento a oggi è impressionante

All’interno del rapporto sono pubblicati nuovi dati e confronti fotografici che mostrano come siano cambiati i due ghiacciai dalla fine dell’Ottocento a oggi. Il confronto, anche visivo, è impressionante. Andiamo ad analizzare i dati.

Le misure effettuate quest’anno sul Ghiacciaio dei Forni hanno permesso di evidenziare una fusione del 15% superiore a quella registrata in media negli anni precedenti, con una perdita di 9 centimetri di spessore al giorno durante l’ondata di calore della seconda metà di agosto. In questo periodo lo zero termico è rimasto per più giorni sopra i 5.000 metri.

Ghiacciai ritirata

@Greenpeace Italia

Anche i numeri che emergono dal Ghiacciaio del Miage sono drammatici. Il ghiacciaio è in forte sofferenza per le temperature sempre più estreme: dal 2008 al 2022 ha perso 100 miliardi di litri di acqua. Per fare un paragone, si tratta di 40.000 piscine olimpioniche. Nel periodo 2018-2023 solo l’area del lago ha perso 1,1 miliardi di litri di acqua, con oltre un terzo delle perdite complessive registrato nell’ultimo anno.

Ghiacciai ritirata

@Greenpeace Italia

Dopo l’estate terrificante del 2022, la situazione è ulteriormente peggiorata

Valter Maggi, presidente del CGI e professore presso il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra dell’Università Bicocca di Milano, ha commentato così i risultati dello studio:

Nel corso dell’ultimo secolo, i ghiacciai delle Alpi hanno subito una perdita di oltre il 50% della loro estensione e di questa metà scomparsa circa il 70% è andato perduto negli ultimi trent’anni. Una tendenza che sembra aver subìto un’accelerazione negli ultimi quindici anni: le ultime campagne glaciologiche hanno infatti confermato gli impatti delle attività umane sul sistema climatico del pianeta, con una notevole contrazione dei ghiacciai nel nostro Paese e con un massimo di ritiro delle fronti glaciali raggiunto nel 2022, chiamato non per niente l’annus horribilis dei ghiacciai.

C’era la speranza che dopo l’estate terrificante del 2022, la situazione migliorasse nel 2023 ma purtroppo così non è stato. Anzi, le cose stanno solamente peggiorando. I ghiacciai italiani che fondono sempre più rapidamente sono l’ennesima testimonianza che la crisi climatica si sta aggravando e la riduzione delle loro riserve idriche favorirà nuovi periodi di siccità prolungata che avranno un impatto su tutti noi.

Federico Spadini, della campagna Clima di Greenpeace Italia, ha avvertito:

La scienza ci dice che l’uso intensivo di petrolio, gas e carbone sta alimentando la crisi climatica. Continuare a estrarre e bruciare combustibili fossili condannerà non solo i ghiacciai, ma tutto il pianeta e le nostre vite a degli stravolgimenti mai visti. È ora che politica, aziende e media ascoltino l’allarme della comunità scientifica invece di incoraggiare il negazionismo, abbandonando le fonti fossili e promuovendo quelle rinnovabili. La montagna ci sta parlando: a noi non resta che ascoltarla e agire.

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