Quarto Conto energia: la bozza approvata in CDM. Ed è subito… ricorsi

La firma del decreto sugli incentivi per il fotovoltaico, il famigerato Quarto Conto Energia, è finalmente arrivata. Nonostante l'ennesima fumata nera di ieri durante il Consiglio dei Ministri, quello odierno ha dato il via libera al nuovo testo. Ormai cosa fatta, mancava solo l'approvazione dei ministri per mettere la parola fine ad un provvedimento che ormai da mesi passava di mano in mano senza trovare la sua definitiva collocazione all'interno del panorama legislativo.

La firma del decreto sugli incentivi per il fotovoltaico, il famigerato Quarto Conto Energia, è finalmente arrivata. Nonostante l’ennesima fumata nera di ieri durante il Consiglio dei Ministri, quello odierno ha dato il via libera al nuovo testo (vedi la bozza approvata). Ormai cosa fatta, mancava solo l’approvazione dei ministri per mettere la parola fine ad un provvedimento che ormai da mesi passava di mano in mano senza trovare la sua definitiva collocazione all’interno del panorama legislativo.

L’ultimo rinvio di ieri aveva ancora una volta fatto presagire che neanche oggi si sarebbe riusciti a chiudere la questione, visto che anche quando i due ministri Prestigiacomo e Romani avevano appianato le loro divergenze riguardo ai tempi di erogazione degli incentivi previsti dall’attuale bozza del Quarto Conto Energia, era arrivato un ulteriore freno.

Tuttavia, hanno spiegato alcune fonti governative che “il passaggio in Cdm era solo ‘consultivo’, in quanto non necessario”, ma ritenuto opportuno alla luce delle divergenze di opinione tra il Ministero dell’Ambiente e quello dello Sviluppo Economico. In merito alle fonti rinnovabili, la Prestigiacomo ha spiegato: “Abbiamo supportato in maniera straordinaria i piccoli impianti fino a 200KW sia sui tetti che a terra, è veramente un capovolgimento dei criteri precedenti: si spinge assolutamente sui piccoli e si privilegia l’autoconsumo che è poi la finalità fondamentale” pur non tralasciando i “grandi investimenti”.

Oltre alla tempistica degli incentivi, seme della discordia tra Romani e la Prestigiacomo, risolta come abbiamo già spiegato con il pagamento degli incentivi una volta effettuato l’allacciamento alla rete elettrica, del decreto fa parte anche un punto che prevede la possibilità di indennizzi per i titolari degli impianti in caso di ritardi delle società elettriche, secondo quanto stabilito nel Testo Integrato delle Connessioni Attive (TICA) dell’Autorità per l’Energia. Ma vi è ancora una novità e si tratta di un premio di 5 centesimi di euro per kWh attribuiti agli impianti fotovoltaici che sostituiscano coperture in eternit.

Ieri, intanto, in attesa del nuovo CdM, il ministro dello Sviluppo Economico Romani dal palco di Solarexpo aveva spiegato le difficoltà incontrate dal provvedimento : “La decisione sul decreto fotovoltaico è molto impegnativa per il Paese per i rilevanti importi in gioco. Se è vero che queste risorse non gravano sulle finanze pubbliche, è però necessario capire che peseranno sugli utenti elettrici finali“.

E riguardo al futuro del solare in Italia, ha precisato: “Abbiamo colto i tanti segnali di novità di innovazione, abbiamo capito le esigenze della filiera solare italiana e nelle ultime settimane incorporato le indicazioni e le preoccupazioni del settore, arrivando, io credo, a un eccellente risultato, soprattutto per ciò che riguarda la definizione di un quadro normativo capace di dare certezze pluriennali, fino al 2016, cioè per altri 5 anni e mezzo”.

Dello stesso avviso e in toni ancora più entusiasti arriva la nota del Ministero dell’Ambiente: “Il provvedimento sulle rinnovabili rappresenta una grande vittoria per l’ambiente e una grande sfida di sviluppo sostenibile. È un intervento che sostiene un settore strategicamente decisivo per il futuro dell’energia rafforzando le prospettive di crescita di un comparto in espansione. Abbiamo anche dato un sostegno serio alla diffusione di quel piccolo solare diffuso che punta all’autonomia energetica di aziende e abitazioni e che rappresenta un importante elemento nella strategia di riqualificazione del territorio e dei centri urbani. Il provvedimento assicurando certezze per gli investimenti nel breve e nel lungo periodo alimenterà la spinta virtuosa verso nuove tecnologie energetiche amiche dell’ambiente e aiuterà in maniera decisiva l’Italia a raggiungere i target di riduzione di C02 fissati a livello internazionale. È un obiettivo, raggiunto attraverso un confronto schietto e serrato a tutti i livelli, che alla fine premia il futuro dell’Italia”.

Tutto ok, dunque? Non proprio. 150 aziende hanno affidato a SOS Rinnovabili il compito di avviare un ricorso, presentato alla Corte di Giustizia Ue, contro il decreto Romani e contro il Quarto Conto Energia, subito dopo aver ricevuto l’approvazione del Governo. In una lettera inviata a Roman, il Commissario all’energia Oettinger ha spiegato che “il decreto del 3 marzo scorso non recepisce la direttiva europea che prevede lo sviluppo delle rinnovabili, ma anzi limita la crescita delle energie dal sole”. E non è tutto. La seconda azione legale, già studiata dall’associazione “sarà invece avviata nei confronti del TAR. E non è improbabile che si finisca davanti alla Corte costituzionale: perché il provvedimento danneggia le aziende che, pur avendo rispettato le norme di legge vigenti, avranno un diverso trattamento a livello di tariffe incentivanti”.

Infine, vi sarebbero da parte dell’associazione, altre azioni risarcitorie: “Un ricorso alla Corte dei Conti perché il decreto espone lo Stato al rischio di esborsi pesanti; e, infine, una segnalazione all’Antitrust: il provvedimento emanato dal governo falsa i termini della concorrenza, avvantaggiando i grandi gruppo oligopolistici”.

Il Quarto Conto Energia è passato al Cdm, ma non avrà di certo vita facile.

Francesca Mancuso

Scarica la bozza approvata

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