Pannelli solari, turbine e pompe di calore: scopri quali aziende potranno avere incentivi per una vera svolta green

La Commissione europea dà il via libera a un regime di aiuti di Stato dell’Italia da 1,1 miliardi di euro a sostegno di investimenti per la produzione di strumenti necessari a favorire la transizione verso un'economia a zero emissioni

Batterie, turbine, pompe di calore: chi produce questo e molto altro potrà ricevere finanziamenti dall’Europa. La Commissione europea ha infatti annunciato un nuovo piano di aiuti a sostegno delle imprese italiane impegnate nel processo di decarbonizzazione.

La misura, in parte finanziata dal Pnrr, sarà aperta alle aziende che producono batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori, strumenti per la cattura e lo stoccaggio del carbonio, componenti e materie prime critiche necessarie alla fabbricazione delle attrezzature.

Leggi anche: Incentivi a fondo perduto per l’agrivoltaico innovativo, c’è il decreto. Chi può fare richiesta

Gli aiuti – complessivamente di 1,1 miliardi di euro – saranno erogati sotto forma di sovvenzioni dirette.

A chi sono rivolti gli aiuti

Il finanziamento approvato rientra negli stanziamenti previsti dal quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato e il regime da 1,1 miliardi di euro sosterrà le imprese specializzate, che potranno dunque investire nella produzione di impianti, attrezzature, componenti e materie prime essenziali necessarie alla transizione energetica, mediante contratti di sviluppo gestiti da Invitalia.

I contratti, parzialmente finanziati dal Pnrr, assumeranno la forma di sovvenzioni dirette con “importo massimo per beneficiario di 150 milioni €, cifra che potrà essere aumentata fino a 350 mln € per le imprese situate nelle Regioni svantaggiate“.

Gli aiuti potranno andare a:

  • aziende del fotovoltaico
  • eolico
  • batterie
  • elettrolizzatori
  • pompe di calore
  • CCS

Gli incentivi non saranno concessi oltre il 31 dicembre 2025.

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook