Questa startup ucraina produce carta senza abbattere gli alberi riciclando le foglie cadute raccolte in città

La startup Releaf Paper sfrutta le foglie cadute per creare questa carta biodegradabile e riciclabile senza abbattere gli alberi

Releaf Paper, con sede a Kiev, ha sviluppato una tecnologia di nuova generazione per la trasformazione delle foglie cadute in prodotti di carta sostenibili senza l’uso di sostanze chimiche e riducendo le emissioni di CO2 del 78%.

La startup ha avviato la produzione industriale di imballaggi nel 2021, acquisendo clienti molto importanti. Solo nel 2022, Releaf Paper ha prodotto 150 tonnellate di carta, ma questa startup non ha certo intenzione di fermarsi.

La carta prodotta è biodegradabile e riciclabile

I co-fondatori di Releaf Paper Valentyn Frechka (CTO) e Alexander Sobolenko (Direttore Generale) hanno spiegato come tutto sia nato come progetto scolastico per estrarre cellulosa di alta qualità dalle foglie cadute per Frechka, che all’epoca era membro dell’Accademia Juniores delle Scienze dell’Ucraina.

Ora la loro startup sviluppa una tecnologia brevettata per trasformare le foglie cadute in cellulosa per la produzione di carta. Questa tecnologia consente di estrarre la cellulosa dalle foglie cadute raccolte principalmente nelle aree urbane, piuttosto che nelle foreste, dove costituiscono una parte più vitale dell’ecosistema. Il tutto senza abbattere gli alberi.

La fibra di cellulosa viene poi utilizzata nella produzione di carta, che ha applicazioni tra cui sacchetti di carta, cartone e scatole di cartone ondulato, in alternativa alla pasta di legno. Questa carta è biodegradabile e riciclabile.

Come avviene il processo di produzione della carta

L’attività di Releaf si basa su una tecnologia intelligente, implementata da una linea di produzione dedicata alla lavorazione delle foglie e da un’esclusiva gestione dell’infrastruttura di lavorazione delle foglie, combinata con un processo in quattro fasi.

Innanzitutto le foglie cadute vengono raccolte in ambienti urbani dove altrimenti sarebbero considerate rifiuti (parchi, piazze, altre aree verdi, piantagioni, ecc.). Per queste esigenze, si utilizzano foglie insieme a rami ed erba.

Per una comoda logistica e conservazione annuale, le foglie vengono pulite, portate all’umidità richiesta e granulate, mantenendo la quantità richiesta per tutto l’anno. Le materie prime preparate vengono lavorate in un sistema di camere e reattori speciali con l’uso di un minimo di acqua, energia elettrica e prodotti chimici per l’estrazione delle fibre.

Le fibre risultanti vengono lavate e macinate in un processo che non utilizza componenti chimici contenenti zolfo o cloro. Infine, la polpa fibrosa (cellulosa) viene miscelata con biofiller per realizzare rotoli di carta.

Durante la lavorazione si forma la lignina, che hanno imparato a precipitare, essiccare e granulare come fertilizzante, restituendola ai parchi per preservare l’integrità dell’ecosistema: questo consente di riutilizzare fino all’85% dell’acqua durante la lavorazione delle foglie.

L’impatto sull’ambiente derivato dall’uso delle foglie cadute per produrre carta

Ma qual è l’impatto effettivo reale sull’ambiente? I numeri di questa piccola, ma fondamentale rivoluzione parlano da soli:

  • vengono salvati 17 alberi per ogni 1 tonnellata di cellulosa ricavata dalle foglie cadute
  • vengono utilizzate 2,3 tonnellate di foglie per ogni 1 tonnellata di cellulosa invece di essere bruciate o lasciate a marcire
  • c’è il 78% di emissioni di CO2 in meno rispetto alla tradizionale produzione di carta a base di legno nonché il 36% di emissioni di CO2 in meno rispetto alla produzione di rifiuti
  • il consumo di acqua è 15 volte inferiore rispetto alla produzione convenzionale di carta a base di legno
  • il consumo di energia elettrica 3 volte inferiore rispetto alla tradizionale produzione di carta a base di legno.

https://www.instagram.com/reel/C0ElWTEJ5ai/?utm_source=ig_web_copy_link

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Fonte: Releaf Paper

Ti potrebbe interessare anche: 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook