Disastro ecologico: le spiagge della Galizia invase da milioni di palline di plastica (e ancora non se ne conosce la tossicità)

Le coste della Galizia si stanno ritrovando sommerse di palline di plastica a causa dello sversamento di 6 container: i cittadini si sono mobilitati per ripulire, ma gli sforzi non bastano

Ancora una volta la Galizia sta vivendo un disastro ecologico sulle sue coste. Milioni di palline di plastica stanno invadendo e inquinando l’ecosistema marino di gran parte della costa galiziana da settimane. A volte arrivano sacchi pieni, che se individuati possono essere facilmente raccolti, ma la cosa peggiore è che molti si sono già rotti e milioni di pellet si disperdono nella colonna d’acqua raggiungendo le spiagge con ogni marea.

Questa catastrofe è iniziata l’8 dicembre 2023 quando la nave Toconao (Maersk) ha perso 6 container al largo di Viana do Castelo, sempre in acque portoghesi. Uno di questi container trasportava sacchi da 25 kg ciascuno di pellet di plastica dell’azienda polacca Bedeko Europe.

Gli altri cinque non sono stati segnalati. Le forti correnti in questa zona dell’Atlantico hanno fatto il resto, trasportando la fuoriuscita verso le Rías Baixas galiziane. Le prime notizie sulla costa sono arrivate il 13, quando i primi sacchi hanno cominciato ad arrivare sulle rive del Complesso Umido di Corrubedo, a Ribeira, e in altri punti dell’estuario di Muros-Noia.

25.000 kg di pellet di plastica

Nei giorni successivi, un numero sempre maggiore di consigli comunali e di organizzazioni ecologiche e ambientaliste ha iniziato a richiamare l’attenzione su quanto stava accadendo. Solo il 4 gennaio ci si è resi conto della portata di questo attacco ecologico, quando l’avvocato dell’armatore ha stimato che il container conteneva un migliaio di sacchi di pellet.

Con 25 kg in ogni sacco, si sarebbe trattato di uno scarico totale di 25.000 kg di pellet di plastica che avrebbe raggiunto tutta la costa, dall’estuario di Vigo ad alcune zone delle Asturie, con particolare incidenza nelle Rías Baixas e nella Costa da Morte.

La Xunta ha quindi attivato il Camgal (Plan Territorial de Contingencias por Contaminación Mariña Accidental) nel suo livello di emergenza 1 (quando l’episodio di inquinamento è di bassa gravità ed estensione). Il 5 gennaio, il governo ha avvertito la Xunta che avrebbe dovuto attivare il livello di emergenza 2 in modo da poter fornire un “supporto efficace” nella raccolta e nella pulizia dei pellet con palline di plastica che hanno raggiunto le coste galiziane.

Da allora, molte persone si sono organizzate per andare a ripulire le coste galiziane, ma finora non ci sono state comunicazioni ufficiali da parte di nessuna amministrazione su come procedere alla raccolta dei pellet o sulla loro composizione, dato che il loro grado di tossicità è ancora sconosciuto.

L’enorme impatto ambientale e sulla salute

L’inquinamento da pellet e in generale da plastiche e microplastiche è un problema globale molto serio. Solo nell’Unione Europea si stima che ogni anno vengano scaricate nell’ambiente 160.000 tonnellate di pellet di plastica e fino a 12 milioni di tonnellate di plastica di ogni tipo negli oceani. Quello che sta accadendo in questi giorni in Galizia è grave, ma la cosa peggiore è che si tratta solo di una piccola parte di questo problema dalle conseguenze globali.

Purtroppo, a quasi un mese dallo sversamento, non abbiamo ancora informazioni ufficiali sulla composizione dei rifiuti. Anche se, date le loro caratteristiche fisiche, sono molto piccoli, si tratta di elementi molto inquinanti che finiranno sicuramente per essere integrati nelle catene alimentari.

I contatti con l’azienda produttrice il cui marchio è stampato sui sacchetti, Bedeko Europe, per richiedere le schede tecniche del prodotto, non hanno avuto successo e l’azienda ha scaricato la responsabilità sulla compagnia di navigazione Maersk.

È facile che molti organismi marini, dai pesci agli uccelli, li ingeriscano, scambiandoli per cibo perché sembrano piccole uova, causando problemi gastrici e persino la morte, e finiscono nella catena alimentare umana.

È anche molto probabile che si scompongano gradualmente in microplastiche ancora più piccole, colpendo gli organismi che si nutrono dei filtri. Inoltre questi componenti di plastica finiscono per assorbire altri inquinanti marini e diventano più pericolosi nel tempo.

Anche se non possiamo conoscere nel dettaglio le conseguenze dannose, in quanto non conosciamo ancora la composizione di questi pellet e la loro eventuale tossicità, numerosi studi e ricerche dimostrano gli impatti negativi della plastica sulla salute umana e dell’ecosistema durante tutto il suo ciclo di vita.

La Commissione europea osserva che l’esposizione alle microplastiche negli studi di laboratorio è stata collegata a una serie di effetti negativi (eco)tossici e fisici sugli organismi viventi e che è probabile che le microplastiche siano tossiche anche per gli esseri umani. Inoltre i pellet assorbono ulteriori tossine sulla loro superficie che entrano nella rete alimentare quando vengono ingeriti dalle specie marine, aumentandone il rischio potenziale.

Ancora l’entità e la composizione del carico non è certa

Come è già successo per altre catastrofi, la mancanza di informazioni sulla composizione dei pellet da parte delle autorità della Xunta de Galicia e dello Stato, così come sulla loro possibile tossicità, quando è passato quasi un mese da quando la nave ha perso i suoi container, è il problema più grave.

Mentre centinaia di persone si sono auto-organizzate sulle spiagge per mitigare il disastro, non c’è alcuna comunicazione ufficiale sulla composizione e sulla possibile tossicità dei pellet, né alcuna raccomandazione da parte della Xunta de Galicia per la loro raccolta senza incidere sull’ambiente.

È invece fondamentale conoscere l’ammontare totale del carico perduto, così come il contenuto degli altri 5 container che, a detta loro, sono andati persi nello stesso momento, per conoscere l’entità del problema e sapere cosa aspettarsi.

Ad oggi, la Xunta non ha dato indicazioni su come agire di fronte alla comparsa di questi rifiuti sulle spiagge e non ha messo in campo alcun tipo di struttura organizzativa per coordinare il lavoro di pulizia, nonostante il Piano di Contingenza Territoriale per l’Inquinamento Marino Accidentale (Camgal) preveda protocolli per l’intervento dei volontari in caso di sversamento sulla costa.

Sono poi necessarie una valutazione urgente della catastrofe e l’istituzione di uno studio a medio-lungo termine per monitorarne i possibili impatti futuri nonché un’azione legale contro i responsabili del carico. Infine è fondamentale che vengano stabiliti meccanismi di risposta rapida alle frequenti fuoriuscite che la Galizia subisce.

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