Disastro ambientale, il Cile brucia: oltre duecento roghi nelle foreste del sud, il governo decreta lo stato di catastrofe

Catastrofe in Cile: oltre duecento roghi delle foreste del sud, un’emergenza incendi che finora ha devastato più di 29.000 ettari di terreni, danneggiando almeno 107 case e registrando al momento 13 morti e quasi 800 sfollati

Il governo del Cile ha decretato lo stato di catastrofe per l’emergenza incendi forestali: oltre duecento roghi, molti ancora fuori controllo, stanno devastando il sud del Paese, che al momento registra 29.000 ettari di terreno bruciati, 13 morti e quasi 800 sfollati.

Ieri 3 febbraio Servizio nazionale di prevenzione e risposta alle catastrofi (Senapred) e la Corporation National Forestal (Conaf) cileni hanno presentato un rapporto sulla situazione degli incendi boschivi a Maule, Ñuble, Bío Bío e La Araucanía.

Dopo le 21:00 del 3 febbraio, si parlava di 204 incendi boschivi, 56 controllati e 148 ancora devastanti, 13 morti, delle quali 11 nel comune di Santa Juana e 2 a Galvarino (un pilota boliviano e un meccanico cileno) che si trovavano in un piccolo aereo equipaggiato per combattere l’incendio.

Ma la situazione è ancora molto critica.

Per questo, al momento sono stati decretati allarmi regionali per Ñuble, Bío Bío e La Araucanía, e per i comuni di Longaví, Cauquenes, Chanco e Curepto nella regione del Maule. Attualmente ci sono anche 22 feriti con ustioni da incendio, di cui 8 gravi, 771 persone sfollate, 205 a Ñuble e 566 a Bío Bío.

Ancora un disastro umano e ambientale.

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Fonti: CONAF / Senapred/Twitter /Senapred/Youtube

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