COP28, l’Italia vuole combattere il cambiamento climatico senza combattere i combustibili fossili, il preoccupante discorso della Presidente Giorgia Meloni

Preoccupante discorso quello tenuto oggi alla COP28 in corso Dubai dalla nostra Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ribadisce gli impegni dell’Italia per il clima senza nominare una delle cause principali della crisi, i combustibili fossili. Il nostro Paese resta subalterno al potere di petrolio e gas?

COP28, l’Italia vuole impegnarsi per il clima ma la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nemmeno cita i combustibili fossili, una delle causa principali della crisi: il discorso di oggi 2 dicembre a Dubai è davvero preoccupante e fa pensare proprio che il nostro Paese resti subalterno al potere di petrolio e gas.

Nella mattinata di oggi 2 dicembre, la Presidente Meloni ha tenuto un discorso nella seconda parte della sessione plenaria ‘High-Level Segment for Heads of State or Government, quindi ha avuto incontri bilaterali con Presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed bin Zayed Al Nahyan, e con il Presidente della Repubblica araba d’Egitto, Abdelfattah al-Sisi.

Nel suo discorso, la premier ha ribadito alcuni impegni dell’Italia, tra cui limitare la temperatura globale a 1,5°C, gli obiettivi europei per neutralità climatica entro il 2050, la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, e ha richiamato l’importanza dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili.

Ma una delle cause più note di emissioni climalteranti sono i combustibili fossili, che la Presidente, fatta eccezione per il carbone, non ha neppure nominato.

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[…] è, insomma, emersa ancora una volta la subalternità del Governo alla narrativa dettata dall’interesse immediato delle partecipate oil&gas – tuona il WWF in un comunicato – È indispensabile che la Premier e il Governo aprano un processo partecipato e interloquiscano con esperti e società civile, per garantire davvero una transizione giusta e al passo con la sfida climatica

La 28-esima Conferenza sul Clima si sta svolgendo a Dubai, in un Paese dominato dal petrolio, e presieduta dal sultano Al Jaber, CEO della ADNOC, la compagnia petrolifera statale. Una situazione che ha destato e desta ancora molta preoccupazione.

Anche se, nel suo giorno di apertura della COP28, è stata già adottata la decisione di rendere oerativo il fondo Loss and Damage, approvando la bozza di testo accolta dal Comitato di transizione ad Abu Dhabi all’inizio di questo mese, una reale e concreta suo vittoria storica per i Paesi in via di sviluppo.

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Ma cosa provoca queste perdite e questi danni? Il cambiamento climatico. Che però non è casuale, non sarebbe successo comunque, non in un tempo risibile in rapporto alle tempistiche geologiche.

E il nostro Paese non ha ancora il coraggio di puntare il dito contro una delle fonti più importanti di questo disastro.

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