COP28, l’Italia “precipita” sul clima, le sue performance sono gravemente peggiorate

Eravamo al 28-esimo posto nella classifica nei principali Paesi terrestri, ora siamo “precipitati” al 44-esimo: l’Italia resta ancora più indietro sulle performance climatiche, secondo l’ultimo rapporto di Germanwatch, CAN e NewClimate Institute realizzato in collaborazione con Legambiente

Disastro Italia sul clima? Il nostro Paese “precipita” dal 28-esimo al 44-esimo posto nella classifica nei principali Paesi terrestri, secondo l’ultimo rapporto di Germanwatch, CAN e NewClimate Institute realizzato in collaborazione con Legambiente. Il documento è stato appena presentato alla COP28 in corso a Dubai, e non è affatto rassicurante.

Le fonti di energia rinnovabile hanno registrato un indubbio boom a livello mondiale, ma siamo ancora molto lontani dall’obiettivo di 1.5°C e continueremo ad allontanarci finché i Paesi non decideranno di muoversi per una drastica riduzione dell’uso dei combustibili fossili, iniziando, per esempio, a dire davvero stop ai finanziamenti dedicati a queste fonti di energia obsolete e inquinanti.

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A livello mondiale la situazione è davvero inquietante: se infatti in testa alla graduatoria ci sono Danimarca, Estonia e Filippine, si parte comunque dal quarto posto: il rapporto, infatti, non assegna il podio, in quanto nessun Paese ha raggiunto la performance necessaria per contribuire davvero a contenere il riscaldamento globale entro la soglia critica di 1.5°C.

cop28 performance climatiche italia

©Germanwatch, CAN, NewClimate Institute

Nonostante il boom delle rinnovabili, infatti, la corsa contro il tempo continua. Entro il 2030 – spiega Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo di Legambiente che ha collaborato alla stesura del rapporto – le emissioni globali vanno quasi dimezzate, grazie soprattutto alla riduzione dell’uso dei combustibili fossili. Alla COP28 in corso a Dubai, pertanto, è cruciale raggiungere un accordo ambizioso che preveda di triplicare la capacità installata di energia rinnovabile, raddoppiare l’efficienza energetica ed avviare da subito il phasing-out delle fossili

E il nostro Paese che fa? Secondo quanto riportato sul rapporto da poco presentato alla COP28, l’Italia ha rallentato la riduzione delle emissioni climalteranti (37° posto della specifica classifica) e sta programmando ed attuando una politica climatica nazionale inadeguata a fronteggiare la crisi climatica (58° posto della specifica classifica).

Il nostro Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), in effetti, ne è una dimostrazione, consentendo un taglio delle emissioni entro il 2030 di appena il 40.3% rispetto al 1990. Che riesce ad essere ancora più basso di quanto previsto dal PNRR, il 51%.

cop28 performance climatiche italia

©Germanwatch, CAN, NewClimate Institute

E, proprio alla COP28, meno di una settimana fa, il discorso della nostra Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non ci ha lasciati tranquilli: il nostro Capo del Governo, infatti, ha ribadito gli impegni dell’Italia per il clima, citando le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, ma senza nominare una delle cause principali della crisi, i combustibili fossili (a onor del vero la Presidente ha citato la necessità di ridurre il carbone, ma su petrolio e gas ha glissato).

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E, a proposito di fonti fossili, in fondo alla classifica ci sono Emirati Arabi Uniti, Iran e Arabia Saudita, posizioni che non ci stupiscono vista la loro economia basata essenzialmente sul petrolio. Quello che “stupisce” – lo ribadiamo – è che la Conferenza sul Clima si volga proprio negli Emirati e che sia presieduta dal sultano Al Jaber, CEO della ADNOC, la compagnia petrolifera statale.

Tutto torna e non sembra dirigersi verso il clima

Il rapporto è disponibile a questo link.

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Fonte: Legambiente  

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