Ci sono stati ben 42 giorni di caldo estremo nel 2023: il rapporto BES Istat (che mette in guardia anche per la siccità)

42 giorni di caldo intenso, + 36 giorni rispetto al periodo 1981-2010: aumenta anche la siccità e la qualità dell’aria peggiora drasticamente

L’ultimo rapporto dell’Istat sul benessere equo e sostenibile ha messo nuovamente in luce quanto il cambiamento climatico stia incidendo sulle nostre vite. Ha infatti evidenziato un aumento significativo dei fenomeni estremi nel corso del 2023.

Si sono registrati ben 42 giorni di caldo intenso con un aumento di 36 giorni rispetto al periodo di riferimento 1981-2010, oltre a un prolungamento degli episodi di siccità, con una media di 5,5 giorni consecutivi senza pioggia. Si conferma anche una tendenza ad un incremento generalizzato delle temperature media, massima e minima in tutto il Paese.

Ambiente rapporto Istat 1

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Ambiente rapporto Istat 2

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Ambiente rapporto Istat 3

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Nonostante le molteplici azioni intraprese per avviare la transizione verso un’economia più sostenibile, i risultati finora ottenuti non sono stati all’altezza delle aspettative. Questi dati riflettono la crescente preoccupazione dei cittadini per i cambiamenti climatici, con il 70,8% della popolazione sopra i 14 anni che ha espresso inquietudine per questa situazione. Aumentano anche i timori per la perdita di biodiversità, tema che sta a cuore al 69,1% delle persone.

È peggiorata notevolmente anche la qualità dell’aria

La ripresa delle attività economiche e sociali dopo la crisi pandemica ha contribuito ad aumentare le pressioni sull’ambiente, portando a un peggioramento della qualità dell’aria, con il 76,2% dei superamenti della soglia di riferimento, e un aumento delle emissioni di CO2, che hanno raggiunto i livelli del 2019.

Inoltre nel 2022 si è registrato un aumento del consumo di materiale interno e una diminuzione della produzione di energia da fonti rinnovabili. La dispersione di acqua potabile dalle reti comunali di distribuzione rimane stabile, mentre il consumo di suolo continua ad aumentare.

Fa eccezione il settore dei rifiuti urbani, dove si osserva un miglioramento sia nella produzione che nel conferimento in discarica. La produzione di rifiuti urbani per abitante è diminuita, così come la percentuale di rifiuti destinati alla discarica, che mostra una costante diminuzione a livello nazionale.

I segnali del cambiamento climatico diventano dunque sempre più evidenti ed è necessario un maggiore impegno e azioni concrete per affrontare questa sfida e promuovere uno sviluppo sostenibile che riduca l’impatto sull’ambiente.

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Fonte: Istat

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