Giù le mani dal Pratone di Torre Spaccata! I cittadini del quartiere romano hanno bisogno di un parco, non di altro cemento 

"No alla speculazione edilizia, sì al parco!": i cittadini dei municipi VI e VII di Roma si mobilitano per proteggere il Pratone di Torre Spaccata, un'oasi verde che rischia di sparire per far posto al cemento

Per alcuni è una piccola oasi sotto casa, per altri è il luogo dove portare a spasso i propri nipotini, per qualcun altro è uno spazio in cui divertirsi a correre con il cane. È il Pratone di Torre Spaccata, che sorge tra il municipi VI e VII della capitale. Quell’area di 50 ettari rappresenta da anni un piccolo polmone verde, punto di riferimento per gli abitanti dei quartieri Torre Spaccata e Don Bosco.

Ma non solo. L’area ospita quattro 4 ville rurali romane e custodisce 150 specie vegetali, oltre ad essere uno dei corridoi ecologici della città, dove vivono circa 60 specie animali, fra alcune tutelate.

Peccato, però, che questo spazio  debba fare i conti con una minaccia incombente: dove adesso si trova una distesa di prato da un momento all’altro potrebbero spuntare degli edifici. Perché quel luogo, di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti, è edificabile. Il Pratone di Torre Spaccata rischia così di diventare l’ennesima vittima sacrificale della speculazione edilizia.

Ma i cittadini del quartiere hanno un sogno nel cassetto: trasformare quell’area, dove oggi regna l’incuria, in un parco naturalistico e archeologico (in continuità con quello di Centocelle) – ribattezzato Parco delle Ville Romane – per permettere a tutti di godere di questo patrimonio da valorizzare.

Per raggiungere quest’obiettivo è nato anche il Comitato Pratone Torre Spaccata, che da tempo si batte per la causa e che un paio di giorni fa ha presentato in Campidoglio le firme per una delibera di iniziativa popolare. 

L’obiettivo è chiedere una variante al Piano Regolatore che modifichi la destinazione urbanistica dell’area del Pratone di Torre Spaccata da edificabile a verde pubblico e servizi pubblici locali. – spiegano gli attivisti, che all’inizio dell’anno hanno lanciato una petizione online – Per tutelare il patrimonio archeologico e naturalistico dell’area, per rendere il pratone fruibile a tutta la cittadinanza.

Lo scopo è quello di riuscire a raccogliere almeno 5000 firme a sostegno del progetto nell’arco di tre mesi per fare in modo che il consiglio comunale discuta la delibera.

Per far sì che il sogno di un parco archeologico e naturalistica possa diventare realtà i promotori dell’iniziativa invita tutti a sostenere la causa. Nei prossimi giorni sul sito e i profili social del comitato chiariranno dove e come sarà possibile aderire.

La loro battaglia ci riguarda tutti da vicino. Le nostre città non hanno bisogno di altro cemento, ma di aree verdi e di più ossigeno!

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Fonte: Comitato Pratone Torre Spaccata

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