Vino, cos’è la peronospora e perché costringe a dire addio alla vendemmia (biologica)

La peronospora, che ha dimezzato la produzione di intere regioni, ma anche la flavescenza, che contribuisce all’estinzione di alcune varietà, e alcuni insetti "importati" da altri continenti, stanno ridefinendo in maniera sempre più impattante la produzione italiana del vino, soprattutto di impronta biologica

È stata una scelta coerente con la nostra visione, che mette in primo piano tutela dell’ambiente e salute di chi beve”, così uno dei tanti produttori di vino italiani annuncia che non ci sarà una “annata 2023”. Motivo? La peronospora, che può causare gravi danni alle viti e compromettere la capacità produttiva dei vigneti. Ma cos’è la peronospora e perché inficia la vendemmia che segue i canoni del bio?

Quell’amaro messaggio arriva da una Cantina biologica toscana che produce il vino nobile di Montepulciano, ma il problema peronospora riguarda parecchi vigneti, dal Nord al Sud.

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La peronospora, che ha flagellato i vigneti di tutt’Italia, ha attaccato pesantemente anche i nostri e ci ha posto davanti alla scelta obbligata e coerente di rinunciare alla vendemmia, dato che per noi è impensabile fare più trattamenti di quelli che ci siamo fissati per essere davvero Azienda Ecosostenibile e Biologica, dicono da Podere Casanova.

Che cos’è la peronospora

Si tratta di una micosi della vite causata dal patogeno Plasmopara viticola. Per la precisione, è una malattina trofica, che riguarda – cioè – la nutrizione causata da un parassita che sottrae risorse energetiche alla vite che lo ospita. La peronospora attacca tutte le parti verdi della vite, provocando macchie oleose sulla pagina superiore della foglia e peluria bianca sia sulla pagina inferiore della foglia sia sui tralci e sui grappoli.

È una malattia fungina, quindi, che può infliggere gravi danni alle viti, minacciando la produzione e l’economia delle aziende agricole e delle cooperative vinicole, soprattutto di quelle a vocazione biologica.

Coldiretti Lazio, durante un’audizione regionale, aveva lanciato nei mesi scorsi un appello chiedendo il sostegno finanziario agli agricoltori colpiti dalle mancate produzioni a causa di questa malattia, così da evitare la chiusura di aziende e la perdita di posti di lavoro.

Nel decreto approvato nell’ultimo Consiglio dei Ministri prima della pausa estiva, erano state prese proprio misure urgenti per le produzioni viticole, che permetterebbero alle imprese agricole che hanno subito danni da attacchi di peronospora, e che non beneficiano di risarcimenti derivanti da polizze assicurative o da fondi mutualistici, di accedere agli interventi previsti per favorire la ripresa dell’attività economica e produttiva.

Ma si tratta davvero di una goccia nell’oceano, perché la vendemmia 2023 dei vigneti a conduzione biologica al 100% è stata praticamente impossibile. In questo caso, infatti, i funghicidi ammessi sono a base di rame e di zolfo. In particolare – per quanto riguarda la difesa dalla peronospora del vigneto alternativo si raccomanda di utilizzare il rame al massimo per 6kg per ettaro all’anno, una limitazione dovuta al fatto che il rame può accumularsi nel terreno con la conseguente riduzione dell’attività microbica e biologica del terreno e, quindi, .

Dipende da tutto questo, dunque, la dolorosa decisione di parecchie cantine bio di dire stop alla vendemmia almeno per il 2023.

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