Microplastiche: gli scienziati svelano il trucco più efficace per rimuoverne fino al 90% dall’acqua del rubinetto

L'acqua che beviamo giornalmente è contaminata da microplastiche invisibili. Per rimuoverle e rendere più sicura quella del rubinetto esiste un metodo molto semplice (che possiamo seguire anche a casa) messo a punto da un team di scienziati cinesi

Quella delle microplastiche rappresenta una delle sfide più insidiose del nostro tempo. Per via delle loro dimensioni estremamente ridotte, riescono a penetrare ovunque: nei suoli, nei sedimenti dei laghi, nei mari e persino nell’organismo umano, con effetti deleteri su cui ancora la scienza sta cercando di fare chiarezza. Uno sconcertante studio, pubblicato di recente, ha confermato che queste particelle finiscono anche nella placenta:le microplastiche sono state, infatti, scovate in tutti e 62 i campioni analizzati.

L’ingestione di questi miniscoli frammenti plastici avviene innanzitutto attraverso l’acqua che beviamo ogni giorno. Ma, fortunatamente, esiste un metodo abbastanza semplice per ridurre la contaminazione fino al 90%. A svelarlo un team di scienziati della Guangzhou Medical University e della Jinan University in Cina, che hanno pubblicato un’interessante ricerca sulla rivista Environmental Science & Technology Letters.

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I risultati dell’esperimento

Per portare avanti l’esperimento gli esperti hanno raccolto dei campioni di acqua potabile (caratterizzata da una durezza elevata) dai rubinetti della città cinese di Guangzhou, in Cina, e li hanno arricchiti con diverse quantità di nano plastiche e microplastiche.

Questi sono stati poi sottoposti a ebollizione per cinque minuti e lasciati raffreddare. In una seconda fase è stato misurata la presenza di particelle plastiche.

rimuovere microplastiche acqua del rubinetto

@Environmental Science and Technology Letters

I risultati hanno rivelato che il processo di ebollizione dell’acqua dura crea naturalmente un deposito di calcare o carbonato di calcio (CaCO3), che incapsula i minuscoli frammenti di polistirene, polietilene e polipropilene. Infine, come spiegato dagli esperti, per rimuovere queste incrostrazioni in cui sono state intrappoate le micro e le nanoplastiche basta utilizzare un semplice filtro, ad esempio quello usato per il caffè americano.

In un campione contenente 300 milligrammi di CaCO 3 per litro d’acqua, sono state rimossi fino al 90% delle micro e nanoplastiche grazie a questo metodo. La tecnica, però, si è rivelata decisamente meno efficace nei campioni di acqua con PH più dolce (ovvero con meno di 60 milligrammi di CaCO3 per litro): in questo caso si è riusciti a eliminare soltanto il 25% dei frammenti plastici.

“Questa semplice strategia di bollitura dell’acqua può ‘decontaminare’ l’acqua del rubinetto domestico dalle micro e nanoplastiche e ha il potenziale per alleviare in modo innocuo l’ingestione attraverso il consumo di acqua” concludono i ricercatori.

Ciò significa che dobbiamo abbandonare l’idea di bere l’acqua del rubinetto? Assolutamente no, questa infatti è da preferire a quella venduta nelle bottiglie di plastica. Uno studio di qualche anno fa ha dimostrato che l’acqua del rubinetto contiene oligoelementi e minerali che fanno da scudo naturale riducendo il rilascio di microplastiche. Al contrario, come emerso da un’indagine condotta negli Usa, un solo litro di acqua imbottigliata può contenere addirittura fino a 370mila minuscole particelle di plastica.

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Fonte: Environmental Science and Technology Letters

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