Giornata mondiale dell’acqua: la mappa dei Paesi in cui la risorsa idrica ancora scarseggia (e c’è anche l’Italia)

Più di 2 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso ad acqua sicura e potabile e in Italia 7 milioni di persone non sono collegate alla rete fognaria pubblica. Eppure garantire il diritto all’acqua è uno dei pilastri per proteggere i diritti umani

Un quarto della popolazione mondiale non accede ad acqua sicura e potabile, mentre solo qui in Italia ben 7 milioni di persone non sono collegate alla rete fognaria pubblica. E non solo, l’acqua è anche una questione di genere: 500 milioni di persone nel mondo non hanno accesso a strutture e prodotti per gestire le mestruazioni.

Sono i dati che emergono – in occasione della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo – da Flowing Futures, l’Atlante elaborato dall’organizzazione italiana WeWorld, che analizza i temi legati alla disponibilità di acqua, dalla parità di genere all’inclusione, dalla resilienza delle comunità alla salute, fino al clima, e individua le principali aree a forte stress idrico, dove le risorse sono limitate soprattutto a causa del cambiamento climatico.

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L’accesso all’acqua in Italia

L’Italia è sì all’11° posto nella categoria dell’Indice mondiale che misura l’accesso dei Paesi all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, ma nel Belpaese sono ancora tantissime le sfide legate alla gestione di questa risorsa, se si pensa che sono ancora 7 milioni coloro che non hanno accesso alla rete fognaria pubblica, in un momento in cui – tra l’altro – siamo alle prese con una delle più gravi siccità.

  • la quantità di acqua dispersa nella rete è considerevole, 157 litri per abitante ogni giorno: una quantità che coprirebbe il fabbisogno idrico di oltre 43 milioni di persone per un intero anno
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  • quasi 7 milioni di persone non sono collegate alla rete fognaria pubblica: il servizio è completamente assente in 40 Comuni con 386mila residenti, soprattutto in Sicilia
  • nel 2022 il 9,7% delle famiglie (quasi 2,5 milioni di persone) ha lamentato irregolarità nel servizio di approvvigionamento idrico; circa il 70% al Sud, soprattutto in Calabria e Sicilia
  • il servizio pubblico di depurazione delle acque reflue urbane è assente in 296 comuni, dove risiedono 1,3 milioni di abitanti. Il 67,9% di questi Comuni si trova al Sud, soprattutto in Sicilia, Calabria e Campania: qui gli impianti sono inattivi perché sotto sequestro, in fase di ammodernamento o di costruzione

L’accesso all’acqua negli altri Paesi

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  • in Siria, a causa della guerra, il sistema idrico ha subito gravi danni alle infrastrutture, che sono particolarmente esposte ad emergenze sanitarie, come le epidemie di colera. 16,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, di cui 5,5 milioni sono sfollate
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  • in Burundi, il 54% della popolazione non ha accesso a servizi igienico-sanitari adeguati e solo il 62% accede ai servizi di base di acqua potabile, quota che scende al 58% nelle aree rurali contro il 91% in quelle urbane. Nelle zone rurali, 9 persone su 10 (96%) hanno accesso limitato a servizi igienici di base, privi di acqua e sapone. Il 47% delle scuole pubbliche non dispone di servizi idrici
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  • in Kenya, solo il 63% delle famiglie ha accesso ai servizi di base di acqua potabile (53% nelle zone rurali); solo il 37% delle famiglie ha accesso ai servizi igienico-sanitari di base, e il 29% soffre di accesso limitato ai servizi igienici, dove mancano sia acqua che sapone. Nelle aree rurali, 1 scuola su 4 non ha servizio idrico e solo la metà di esse ha servizi igienico-sanitari di base. Tra gli interventi di WeWorld, la costruzione di 42 blocchi di servizi igienici separati per genere, per favorire un più sicuro accesso ai servizi idrici soprattutto per bambine e ragazze.
  • in Nicaragua, i cambiamenti climatici pregiudicano l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari: ad essere colpite sono soprattutto le donne, che affrontano maggiori rischi dal punto di vista sociale ed economico. Ridotta disponibilità di acqua e scarsa qualità dell’acqua aumentano il rischio di malattie come colera, diarrea e malaria; al 2023, solo il 58% delle strutture sanitarie aveva accesso ai servizi idrici di base (39% nelle zone rurali)

QUI puoi consultare il rapporto completo.

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