Non solo BPA, ecco cosa hanno trovato nell’acqua rimasta per più di 24 ore in una bottiglia di plastica (o borraccia)

Un nuovo studio ha identificato più di 400 sostanze tossiche all’interno delle bottiglie di plastica riutilizzabile che potrebbero migrare contaminando l'acqua contenuta

Uno studio ha analizzato l’acqua potabile rimasta per più di 24 ore all’interno di una bottiglia di plastica. L’analisi ha dato risultati sorprendenti perché sono stati individuati più di 400 composti e sostanze mai trovate prima e, alcune anche molto dannose per la salute. 

Lo studio

Gli scienziati hanno utilizzato diversi tipi di bottiglie sportive in plastica riutilizzabile, comprese alcune commercializzate come biodegradabili, e hanno eseguito esperimenti di migrazione nell’arco di 24 ore a temperatura ambiente nell’acqua del rubinetto. Usando la cromatografia liquida hanno confrontato le sostanze chimiche che migrano da bottiglie appena acquistate ma risciacquate, bottiglie usate per un anno, bottiglie sottoposte a lavaggio in lavastoviglie (60 min, 65 °C), così come le bottiglie accuratamente risciacquate con acqua fredda dopo il lavaggio dei piatti. 

Il team di ricerca è rimasto sbalordito per aver trovato più di 400 composti legati alla plastica, e più di 3500 dopo il lavaggio in lavastoviglie. Questo è probabilmente dovuto al fatto che la lavastoviglie consuma la bottiglia e aumenta la possibilità di trasferimento di sostanze dalla plastica alle bevande. E’ stato effettuato anche un confronto con le bottiglie di vetro, e ciò che ne è risultato è stato che le sostanze chimiche relative al lavaggio dei piatti assorbono meglio la plastica rispetto al vetro.

La maggior parte dei composti identificati erano BPA, oligomeri di plastificanti sospettati provenire dal policaprolattone poliestere biodegradabile, e ammine aromatiche. Per le bottiglie usate, le sostanze chimiche in migrazione sono state identificate come plastificanti, antiossidanti e fotoiniziatori. I fotoiniziatori sono stati anche rilevati in cannucce di carta e includono Irgacure 369 (CAS 119313-12-1), noto per le sue proprietà di alterazione del sistema endocrino e per essere altamente cancerogeno e tossico per la riproduzione, 4 -metilbenozofenone e antrachinone anch’essi risultati cancerogeni.

Nelle bottiglie di plastica riutilizzabile sono stati trovati anche ammorbidenti per plastica, antiossidanti e vari agenti chimici come il dietiltoluamide (DEET). Da qui la questione se le bottiglie di plastica siano adatte al riutilizzo, soprattutto quando sono etichettate come plastica biodegradabile, poiché i risultati dello studio suggeriscono che i plastificanti migrano più facilmente nell’acqua potabile. Di conseguenza, anche se non si può ancora dire con certezza se e come queste sostanze nei flaconi riutilizzabili possano influire sulla nostra salute, è meglio optare per le borracce in acciaio inossidabile. 

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Fonte: Science Direct

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