“La quotazione dell’acqua in borsa viola i diritti umani”, l’allarme dell’Onu

Nel silenzio generale, l'acqua è stata quotata in borsa per la prima volta nella storia diventando un potenziale oggetto di speculazione

E’ considerato il bene più prezioso al mondo. Dall’acqua dipende la nostra stessa vita ma l’oro blu, nel silenzio generale, è stato quotato in borsa per la prima volta nella storia diventando un potenziale oggetto di speculazione. Ed è così che un bene pubblico essenziale potrebbe essere trattato come l’oro e il petrolio.

In un mondo in preda a una concreta crisi idrica, con elevati timori legati allo scioglimento dei ghiacciai e alla riduzione della disponibilità dell’acqua, l’ultima cosa di cui avevamo bisogno era la speculazione finanziaria. Nei prossimi anni, il prezzo dell’acqua oscillerà e quindi potrà essere oggetto di investimenti e, purtroppo, di speculazioni più o meno legali.

Lo sostiene anche l’Onu che ha espresso preoccupazione per la creazione del primo mercato mondiale dell’acqua a termine, sostenendo che potrebbe favorire la speculazione dei finanzieri che la tratterebbero al pari di altre materie prime come l’oro e il petrolio.

Il 7 dicembre, il Gruppo CME ha lanciato il primo contratto sull’acqua al mondo per il trading con l’obiettivo di aiutare gli utenti a gestire il rischio e bilanciare meglio le richieste concorrenti di fornitura e domanda di acqua, nell’incertezza che gravi siccità e inondazioni possano diminuirne ulteriormente la disponibilità.  Alla luce di queste novità, acquirenti e venditori potranno contrattare un prezzo fisso per la consegna di una quantità fissa di acqua in un futuro non troppo lontano.

“Non si può dare valore all’acqua come si fa con altre materie prime scambiate”, ha detto Pedro Arrojo-Agudo, Relatore speciale sui diritti umani per l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari sicuri. “L’acqua appartiene a tutti ed è un bene pubblico. È strettamente legato a tutte le nostre vite e ai mezzi di sussistenza ed è una componente essenziale per la salute pubblica “.

Secondo Arrojo-Agudo, l’acqua è già minacciata da una popolazione in crescita, dall’aumento delle richieste e da un grave inquinamento legato all’agricoltura intensiva e all’industria mineraria.

Ma non solo. Oltre agli agricoltori, alle fabbriche e alle società di servizi pubblici che cercano di bloccare i prezzi, un simile mercato potrebbe anche attirare speculatori come gli hedge fund e le banche a scommettere sui prezzi, ripetendo la bolla speculativa del mercato alimentare nel 2008.

“In questo contesto, il rischio è che i grandi attori agricoli e industriali e le grandi utility siano quelli che possono acquistare, emarginare e influenzare uno dei settore vulnerabile dell’economia, quello dei piccoli agricoltori”, ha detto Arrojo-Agudo. “L’acqua è davvero una risorsa vitale per l’economia – sia per i grandi che per i piccoli attori – ma il valore dell’acqua è più di questo”, ha detto Arrojo-Agudo.

Quotare in borsa l’acqua significa non riconoscerne il vero valore, quello di diritto umano. Lo stesso diritto riconosciuto nel 2010 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e dal Consiglio per i diritti umani.

“Mentre sono in corso discussioni globali sui valori ambientali, sociali e culturali dell’acqua, la notizia che l’acqua verrà scambiata sul mercato dei futures di Wall Street mostra che il valore dell’acqua, in quanto diritto umano fondamentale, è ora minacciato”.

Un valore inestimabile, che purtroppo oggi concretamente minacciato.

Fonti di riferimento: OHCHR/Onu

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