Latte vegetale: bene di prima necessità, chiediamo l’Iva dal 22% al 4% (PETIZIONE)

L'Iva sul latte vegetale non può essere la stessa che viene applicata a Ferrari e Rolex. Avete letto bene: al contrario di quel che avviene per tutti i beni di prima necessità che hanno l'IVA al 4%, per i latti vegetali si applica l'IVA al 22%, ovvero la stessa aliquota di auto, vestiti e orologi.

L’Iva sul latte vegetale non può essere la stessa che viene applicata a Ferrari e Rolex. Avete letto bene: al contrario di quel che avviene per tutti i beni di prima necessità che hanno l’IVA al 4%, per i latti vegetali si applica l’IVA al 22%, ovvero la stessa aliquota di auto, vestiti e orologi.

Del’argomento se ne parla da anni, ma ora più che mai i latti vegetali, che siano di riso, di soia, di farro, di miglio o di avena, sono ormai alimenti comuni nelle case di moltissimi italiani. Queste bevande,infatti, vengono largamente usate non solo da chi ha fatto una scelta vegan, ma anche da centinaia di migliaia di persone intolleranti al latte, dai celiaci, da chi per scelta salutistica decide di eliminare i grassi animali o da chi semplicemente apprezza tali bevande. Insomma, sono ormai milioni gli italiani che bevono latte vegetale.

Per questo Lorenzo Lombardi, insegnante di Yoga, vegano, esperto e consulente di Green Economy, ha deciso di lanciare una petizione sulla piattaforma Change.org per chiedere che anche ai latti vegetali sia applicata l’IVA al 4%, e non del 22, in modo da permettere a tutte le persone che li scelgono e li acquistano di poter avere la stessa aliquota che vi è per altri beni di prima necessità.

“Oggi è fondamentale sostenere e creare un’economia che non depauperi l’ambiente, ma se ne prenda cura, un’economia che non viva sulla pelle degli animali, ma che invece unisca lavoro e rispetto per ogni forma di vita. Chiediamo che anche ai latti vegetali sia applicata l’IVA al 4%, la stessa Iva che vi è per altri beni di prima necessità“, spiega Lombardi, chiedendo che Letta e Zanonato di riconsiderare l’imposizione di un’Iva così alta su questo prodotto, che è a tutti gli effetti un bene di prima neccesità.

Se l’alternativa economica migliore resta per ora l’autoproduzione, non resta che chiedersi se il nuovo Governo, che verrà determinato nelle prossime ore con il sindaco di Firenze Renzi in testa, ascolterà la voce delle migliaia di persone che stanno sottoscrivendo l’appello. Firma anche tu, mancano poche firme per raggiungere la quota di 40.000 sostenitori! Clicca qui

Roberta Ragni

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