Un cane in psichiatria: al via la pet therapy a firenze

È il primo reparto ospedaliero di psichiatria in Italia che tenta di dare sostegno a pazienti con problemi di salute mentale facendoli giocare ed entrare in relazione con i cani. L'iniziativa di pet therapy è partita la settimana scorsa all'ospedale Santa Maria Annunziata, coinvolgendo cinque pazienti del reparto di psichiatria.

È il primo reparto ospedaliero di psichiatria in Italia che tenta di dare sostegno a pazienti con problemi di salute mentale facendoli giocare ed entrare in relazione con i cani. L’iniziativa di pet therapy è partita la settimana scorsa all’ospedale Santa Maria Annunziata, coinvolgendo cinque pazienti del reparto di psichiatria.

Ad aiutarli è Chanel, una femmina di pastore tedesco a pelo lungo di 3 anni, mite come un agnellino ma pur sempre una lupa di 35/40 chili di stazza che a vederla qualche timore lo incute. Nonostante sia stata abbandonata a 9 mesi, Chanel ha un perfetto equilibrio fisico e mentale, ha avuto prima 8 otto cuccioli e poi altri 7, è andata spesso in scuole elementari e materne ad incontrare bambini e disabili.

I pazienti hanno lentamente scoperto che si può dar da mangiare a Chanel senza essere azzannati, e poi carezzarla o guidarla con un guinzaglio al collo in una passeggiata nel giardino di Ponte a Niccheri, lasciare che salti al collo senza che questo significhi sbranarti. L’esperimento si ripeterà per altre sette volte fino all’11 luglio, all’incirca un’ora e mezza ad ogni seduta, verificando se porta benefici ai pazienti come la letteratura scientifica sull’argomento sembra suggerire.

Oltre a Chanel, verrà impiegata anche Bella, una border collie di un anno che, nonostante la giovane età, sta già dimostrando grande equilibrio. Ci sono infatti studi clinici e sperimentali secondo i quali il comportamento di un animale, nella fattispecie di un cane, per la sua immediatezza è molto comprensibile e, di conseguenza, riconosciuto come significativo e gratificante dalla persona che ci entra in contatto, potendo innescando il recupero di una fase emotiva spesso inceppata nelle psicopatologie, lasciando sopravanzare meccanismi di difesa che operano per evitare, minimizzare o trasformare, gli affetti troppo difficili da tollerare.

Un possibile sostegno, dunque, che ha indotto il responsabile del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale dell’Annunziata, il dottor Stefano Castagnoli, ad avviare, dopo la clown therapy, la pet therapy:

“Attraverso il rapporto di giocosità che si instaura – dice il dottor Castagnoli – migliora la possibilità degli utenti di entrare in contatto con una realtà vera che può essere amica e non minacciosa, aumenta la fiducia e produce un piccolo circuito virtuoso che favorisce il processo di cura“.

Roberta Ragni

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