Dolmen: storia, significato e leggende

Cosa sono i Dolmen e qual è il loro reale significato?

I Dolmen, così come i Menhir, risultano essere i più antichi monumenti esistenti sulla Terra. Risalenti con molta probabilità al neolitico, non ci sono notizie attendibili su quale fosse la loro funzione (si pensa fossero delle tombe) ed è per questo che sono da sempre circondati da un alone di mistero. Molte le leggende su di essi, ma qual è il reale significato dei Dolmen?

I più famosi Dolmen e Menhir del mondo si trovano in Inghilterra, a Stonehenge, ma si vedono praticamente sparsi per tutta l’Europa, soprattutto nella zona Occidentale – compresa l’Italia (Puglia e Sardegna), anche se ne esistono svariati anche in Africa e in Asia.

Cosa sono i Dolmen, storia e significato

dolmen francia

Soumont, Francia

Definizione comune dei Dolmen è “monumento preistorico, composto di poche pietre rudi infisse dritte nel suolo, che reggono una grande pietra orizzontale”, (fonte Enciclopedia Treccani), antecedenti a quelli che poi saranno monumenti più complessi noti con il nome di monumenti dolmenici o megalitici.

Quanto all’etimo della parola “dolmen”, in molti lo fanno risalire al XVII secolo e all’unione di due termini bretoni: “t(d) aol” (forse dal latino tabula), tavolo e “men”, pietra, e perciò “tavola di pietra”. Ma gli esperti di semantica sostengono che quella parola non apparterrebbe alla lingua bretone, perché il vero termine bretone per indicare la costruzione tipica dei Dolmen sarebbe “Liah vaen” e varianti simili.

Altre etimologie riporterebbero l’origine della parola “dolmen” alla lingua celtica della Cornovaglia e alla parola “tolmen”, che indicherebbe un cerchio di pietre o una roccia scavata (letteralmente un cerchio formato da pietre).

Anche sulla funzione dei Dolmen esistono diverse ipotesi. La più accreditata è che si trattassero di monumenti funerari, ma secondo altre teorie svolgevano la funzione di altari e luoghi di culto.

Quel che è certo, in base a svariati ritrovamenti, è che i Dolmen – la cui costruzione viene collocata tra la fine del V millennio a.C. e la fine del III millennio a.C. – servirono per sepolture individuali o collettive: gli archeologi hanno infatti ritrovato al loro interno, o sotto, molte ossa, evidenti testimonianze di sepolture, altari votivi e tracce dei banchetti funebri. Non solo: le suppellettili ritrovate, come armi, oggetti in pietra, ceramiche decorate, che li fa posizionare nell’età neolitica o agli inizi dell’eneolitico, fa pensare a dei chiari monumenti sepolcrali comuni.

Per quanto riguarda le decorazioni incise, a rilievo o dipinte, si pensa a un loro scopo religioso: linee curve concentriche e motivi geometrici, segni di ruota, simboli astrali o solari, triangoli in serie e spirali, tutti segni ritenuti simboli di divinità. Nei Dolmen più “recenti” compaiono anche figure umane e, più raramente, animali cornuti. In un ciclo cretese entra la doppia ascia e in Inghilterra la rappresentazione di navi.

Dove si trovano i Dolmen

arzachena dolmen sardegna

Arzachena, Sardegna

La maggior parte dei Dolmen ritrovati è in Europa Occidentale. Essi si trovano nella Penisola Iberica, in Francia, in Islanda, in Inghilterra, in Scozia, in Scandinavia meridionale, in Danimarca, in Germania, in Olanda e in Corsica. Ma ritrovamenti ci sono stati anche in Africa settentrionale e in molte zone dell’Asia.

In Italia, i Dolmen sono presenti soprattutto in Sardegna, dove esistono anche altri importanti monumenti megalitici (come le tombe dei giganti, le muraglie megalitiche e le celebri costruzioni nuragiche).

In Puglia se ne contano 23, particolarmente diffusi in Salento e nel barese, dove sono concentrati nel territorio di Bisceglie (Dolmen della Chianca), Corato (Dolmen Chianca dei Paladini) e Giovinazzo, nei pressi dei crocevia delle antiche vie di comunicazione con i paesi vicini (Trani, Ruvo di Puglia, Terlizzi e Molfetta), nel brindisino a Cisternino e Montalbano (Tavola dei paladini) e nel tarantino a Statte.
In Sicilia se ne ritrovano per lo più nella parte sud-orientale a Monte Bubbonia (Caltanissetta), nella città di Butera, in località (Piano della Fiera), a Cava dei Servi (Ragusa), Cava Lazzaro (Siracusa), Avola (Siracusa). Nella parte occidentale della Sicilia sono presenti due: il primo a Mura Pregne, alle pendici del monte Castellaccio e il secondo a Sciacca, in contrada femmina morta.
Anche in Liguria, a Roccavignale, in provincia di Savona, è stato ritrovato un Dolmen.

Dolmen le leggende

Leggende Dolmen

Formati da due grosse pietre infisse verticalmente sovrastate da un’ulteriore lastra lapidea posta orizzontalmente, molte credenze vogliono che i Dolmen siano stati innalzati secondo “linee di forza” terrestri a dimostrazione degli antichi poteri trasmessi dai druidi, i sacerdoti delle tribù celtiche.

E se anche molte delle forme a noi pervenute sono simili a delle capanne, in realtà a noi oggi sarebbe visibile solo una piccola parte di qualcosa di più complesso: i Dolmen più arcaici sono infatti formati da una “camera” circolare o rettangolare preceduta da un “corridoio” (il cosiddetto “dromos”) di accesso e tutto ricoperto da un tumulo di terra o di pietre.

Molte cose in comune, poi, i Dolmen le avrebbero con i cosiddetti punti “geopatogeni”, ossia con quegli incroci (i cosiddetti nodi di Hartmann) dei raggi tellurici generati dalle faglie, dai corsi d’acqua sotterranei, da influenze cosmiche e da mutazioni ed emissioni elettromagnetiche. Per cui, come i Menhir, a forma di obelisco, che venivano piantati nel terreno dove si pensava ci fosse una concentrazione di nodi di Hartmann spesso in corrispondenza di corsi d’acqua sotterranei, così i Dolmen erano piuttosto posizionati su zone neutre della griglia di Hartmann: in pratica, il posizionamento e l’orientamento erano sempre in funzione di una corrente energetica positiva, con direzione nord-ovest sud-est, quella che Walter Kunnen chiama “linea della fertilità”.

hartmann nodi

Fonte foto

Secondo quanto si racconta, inoltre, il Dolmen avrebbe valenza femminile con un doppio utilizzo: il primo, dettato dalla concavità della pietra ed esplicherebbe a una funzione di raccolta delle informazioni inviate dal cielo. Il secondo si rifarebbe a una funzione terapeutica: a chi si sedeva sotto, la pietra consentiva di percepire un’energia guaritrice. A differenza del Menhir, che rappresenterebbe l’immagine maschile per unire terra e cielo, nel Dolmen la polarità femminile tende a incassare le energie del cosmo per donarle a chi può farne un uso corretto.

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Ancora oggi, molti filoni soprattutto di rabdomanzia tendono ad attribuire ai Dolmen il potere di individuare e restituire i flussi energetici provenienti dalle onde legate ai campi magnetici e che vengono sprigionanti dai flussi idrici del sottosuolo.

Ma solo credenze o reale potere?

Germana Carillo

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