Una microscopica spugna per depurare le acque dal mercurio: il rivoluzionario polimero tutto italiano

Grazie alla ricerca di un team di scienziati dell’Università dell’Insubria si è arrivati alla creazione di una spugna microscopica in grado di depurare le acque reflue

Una microscopica spugna capace di agire da filtro molecolare e depurare le acque reflue: è il nuovo polimero sintetizzato e caratterizzato da un’équipe di ricercatori dell’Università dell’Insubria di Varese, Dipartimento di Scienza e alta tecnologia.

Si tratta di un “polimero di coordinazione poroso” studiato per la cattura selettiva dei sali di mercurio, in modo da separare gli agenti inquinanti e neurotossici andando così a preservare le preziose proprietà organolettiche delle acque.

Inoltre questo polimero è in grado di emettere luce blu per fluorescenza in misura proporzionale alla quantità di mercurio assorbito. Ciò significa che mentre sta purificando le acque ha anche una doppia funzione: agisce da sensore degli agenti inquinanti drenati.

L’importanza dello studio per il futuro

La ricerca è di vitale importanza dato lo scenario a cui ci troviamo di fronte. L’acqua è infatti un bene preziosissimo, ma scarseggia sempre più. Per far fronte a questo problema si potrebbe dover prima o poi approvvigionarsi attraverso il riciclo delle acque reflue. E in questo contesto si inserisce questa spugna che può depurarle.

Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Chemistry of Materials edita dall’American Chemical Society, è qualcosa di cui ci possiamo vantare essendo interamente made in Italy. È stato condotto da un team di chimici e fisici coordinati dalla professoressa Simona Galli.

La Galli si è occupata in particolare degli studi di cristallografia a raggi X da polveri volti alla determinazione su scala sub-nanometrica della struttura del sistema polimero/inquinante. Luca Nardo, ricercatore di fisica applicata, ha invece elaborato il protocollo di sensing basato sulla luminescenza.

Le parole degli scienziati

I professori Angelo Maspero e Andrea Penoni, artefici della sintesi del polimero, hanno spiegato l’importanza di questo polimero:

La preparazione di sofisticati sistemi ibridi in grado di comportarsi come trappole molecolari, mimando l’attitudine di sistemi naturali, come ad esempio le zeoliti, riveste una rilevante importanza per le notevoli applicazioni nelle dinamiche ambientali, oggi di drammatica attualità.

Massimo Mella, avvalendosi di complesse tecniche di calcolo, ha invece consentito di pervenire ad un’interpretazione teoretica dei fenomeni osservati. Ha argomentato:

I nostri modelli strutturali ci hanno aiutato a identificare possibili meccanismi implicati nella cattura dei sali di mercurio.

@Chemistry of Materials

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Fonte: Chemistry of Materials

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