FaceApp, un “cambio di sesso” con una scritta a caratteri piccoli molto pericolosa

In questi giorni impazza l'app che permette, tramite una foto, di trasformarci nella nostra versione ma dell'altro sesso, non senza rischi per la privacy

Che volto avresti se fossi di sesso opposto? In questi giorni impazza l’app che permette, tramite una semplice foto, di trasformarci nella nostra versione ma dell’altro sesso. Un  giochino divertente reso possibile da un’applicazione, FaceApp, già utilizzata lo scorso anno per invecchiarci, non senza qualche rischio.

Scatti una foto del tuo viso o ne carichi una dalla tua galleria, pochi passaggi et voilà! Appare un’immagine che mette a confronto il prima e il dopo, il viso che avresti se fossi uomo o donna. Queste immagini divertenti hanno letteralmente invaso i social network. Come non sorridere guardando le foto buffe di amici, parenti e colleghi così trasformate? Merito della popolare app creata della società russa Wireless Lab, che lo scorso anno ci aveva già fatti divertire invecchiando il nostro volto.

Adesso, grazie a un recente aggiornamento che usa tecniche di deepfake (una tecnica per la sintesi dell’immagine umana basata sull’intelligenza artificiale), l’app trasforma con sorprendente realismo il genere di un volto. Ma nasconderebbe una nota dolente a causa della sua controversa politica sulla privacy. È necessario infatti che venga accettata come requisito essenziale per utilizzare l’applicazione e che nasconda alcune sorprese inquietanti.

Dopo aver installato l’app sullo smartphone, è necessario accettare una politica sulla privacy aggiornata il 4 giugno che contiene requisiti che andrebbero letti attentamente prima di dare il proprio via libera. Tra questi, l’utente deve accettare che il sistema registri l’IP del dispositivo e, cosa più preoccupante, la pagina Web che è stata visitata prima di utilizzare l’app.

Essa registra gran parte della nostra “attività online”. La cosa peggiore è che si accetta, queste informazioni verranno trasferite a “terze parti”. Le clausole sulla privacy di FaceApp sono abbastanza chiare e spiegano bene che i dati vengono scambiati, resi anonimi, vengono successivamente venduti a terzi.

“Possiamo creare dati anonimi, aggregati o non identificati dalle tue informazioni personali e da altre persone. Trasformiamo le informazioni personali in dati anonimi, aggregati o non identificati rimuovendo le informazioni che rendono i dati personali identificabili all’utente. Possiamo utilizzare questi dati anonimi, aggregati o non identificati e condividerli con terze parti per i nostri legittimi scopi commerciali” si legge nelle indicazioni della privacy sull’app.

Ma c’è una contraddizione. Il CEO di FaceApp ha dichiarato che l’app utilizza Amazon Web Service ed il cloud di Google e ha specificato che la maggior parte delle foto viene cancellata entro 48 ore per garantire una maggiore ottimizzazione dell’applicazione. Ma esaminando la pagina della policy agli utenti viene chiesto di accettare una possibile archiviazione delle immagini scattate. Eppure, sempre tra le policy si legge:

“Le fotografie rimangono nel cloud per un periodo limitato di 24-48 ore dopo l’ultima modifica della foto, in modo da poter tornare all’immagine e apportare ulteriori modifiche se lo si desidera”.

Non è la prima volta che FaceApp solleva polemiche di questo tipo, già nel 2019 i suoi creatori erano stati coinvolti in una controversia simile e dopo sono stati sopraffatti dall’ondata di utenti che hanno richiesto di cancellare la loro traccia dai server.

L’applicazione inizialmente non ha fornito informazioni precise su che fine facessero le foto caricate dagli utenti. Ma per difendersi, l’estate scorsa aveva assicurato di non condividere dati dell’utente con terze parti e che “i dati dell’utente non vengono trasferiti in Russia”, assicurando inoltre che entro 48 ore dall’uso i dati sarebbero stati cancellati dal suo cloud.

Il problema principale di questo tipo di applicazioni gratuite è che per essere utilizzate, si devono accettare quasi alla cieca le loro discutibili politiche sulla privacy. Una volta accettate, non è possibile tornare indietro a meno che non vengano esercitati i diritti sulla privacy.

Ogni cosa ha un prezzo. Per una risata e un momento di svago, l’app richiede un vero e proprio pedaggio, tacitamente chiesto e accettato, se si decide di usarla.

Fonti di riferimento: FaceApp

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