Allergie agli auricolari in aumento: Apple AirPods e Samsung Galaxy Buds Pro sotto accusa a causa di queste sostanze

Negli ultimi tre anni le segnalazioni di allergie agli auricolari sembrano essersi moltiplicate, sotto accusa in particolare sono finiti due prodotti molto noti: Apple AirPods e Samsung Galaxy Buds Pro che ad alcune persone causano prurito alle orecchie, pelle arrossata e che trasuda

Gli auricolari, noti come cuffie in-ear, sono diventati un dispositivo di cui difficilmente riusciamo a fare a meno. Leggeri e compatti ci permettono di ascoltare musica, podcast, rispondere alle chiamate, ai messaggi vocali e altro. Tuttavia, negli ultimi anni sono emerse preoccupazioni legate alle allergie che queste cuffiette possono provocare.

A parlare di questo aspetto poco noto degli auricolari è la rivista dei consumatori francesi 60 Millions de Consommateurs che segnala come negli ultimi tempi siano aumentate le allergie causate da auricolari come Apple AirPods e Samsung Galaxy Buds Pro.

Molte persone, dopo aver utilizzato questi dispositivi, lamentano infatti prurito alle orecchie, arrossamento e persino trasudazione della pelle, a volte seguita dalla comparsa di fastidiose crosticine.

Per alcuni di loro, è diventato impossibile continuare a indossare questi auricolari, anche dopo averli puliti accuratamente e persino provato a sostituire le punte rimovibili con memory foam. Ma qual è la causa di questa fastidiosa reazione?

Alcuni studi suggeriscono che il problema potrebbe essere collegato agli acrilati, sostanze chimiche utilizzate nella produzione di questi dispositivi. Un articolo pubblicato sull’International Journal of Dermatology nel 2022 ha concluso che cinque casi di allergia agli AirPods potrebbero essere associati agli acrilati o ai metacrilati.

Un altro studio del 2021, pubblicato sulla rivista scientifica Dermatitis, ha suggerito che durante la produzione degli AirPods, una piccola percentuale di acrilati potrebbe non polimerizzarsi completamente, rendendoli fortemente allergenici.

Le allergie agli acrilati sono in aumento, e questa crescita potrebbe essere attribuita alla presenza di acrilati in molti prodotti di uso comune, tra cui colle, cosmetici, unghie artificiali e persino dispositivi medici.

Ma potrebbero esserci anche altri allergeni in gioco, come il nichel contenuto negli auricolari in acciaio inossidabile o, in alternativa, oro e silicone in altri dispositivi.

Mentre Apple e Samsung forniscono informazioni sui loro siti web sui potenziali allergeni presenti nei loro prodotti, i clienti sono spesso insoddisfatti delle risposte e delle soluzioni offerte. Samsung è stato persino oggetto di un’azione legale negli Stati Uniti, accusato di aver immesso sul mercato dispositivi conoscendone il potenziale rischio allergico e senza accettare un eventuale rimborso per i clienti che presentano problemi.

Davanti alla mancanza di risposte soddisfacenti da parte dei produttori, i clienti si sono rivolti l’uno all’altro per cercare soluzioni. Sul web, su forum di discussione relative a Samsung e Apple, coloro che lamentano di essere “allergici agli AirPods” condividono le loro esperienze e suggerimenti. Si cerca di comprendere se i nuovi AirPods Pro di seconda generazione risolvano il problema ma purtroppo sembra che per molti utenti gli sgradevoli sintomi legati agli acrilati persistano.

La replica di Apple

Gli esperti di 60 Millions de Consommateurs hanno contattato Apple in merito a questo problema di allergie e l’unica risposta ottenuta è che i nuovi AirPods sono “tip top” (eccellenti). Tuttavia, molti clienti attendono risposte più complete da parte dell’azienda che si è giustificata dicendo che il problema delle allergie riguarda diverse marche di auricolari.

Ovviamente sarebbe importante che i produttori prestino attenzione alle crescenti segnalazioni di allergie e cerchino soluzioni per migliorare la sicurezza e il comfort dei dispositivi.

Nel frattempo, coloro che lamentano reazioni allergiche dovranno cercare alternative che siano più compatibili con la loro pelle e le loro orecchie sensibili.

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Fonte: 60 Millions de Consommateurs

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